.. / La questione ortofrutticola vrebbe ricorrere soltanto in circostanze eccezionali e che, comunque, non è con l'AIMA che si risolve effettivamente e definitivamente la « crisi » degli ortofrutticoli italiani. C'è poi un altro problema: il costo di questa « crisi » ricade sulle spalle dei cittadini italiani, ·spesso chiamati nella loro veste di contribuenti, a pagare due volte e per due motivi in contrasto tra loro: una prima volta pagano il costo delle opere d'irrigazione realizzate dalla Cassa per il Mezzogiorno ·al fine di produrre più ortaggi e più frutta; una seconda volta pagano le spese dell'AIMA p,er ritirare gli ortaggi e la frutta che rimangono invenduti. Se almeno questo servisse ad avere sui mercati cittadini la frutta e gli ortaggi ad un prezzo ragionevole, il discorso potrebbe anche reggere. Ma il prezzo di questi prodotti è orimai « proibitivo » per una buo1 na p·arte dei consumatori italiani. La verità è che tutti i rimedi suggeriti non sono altro che le soluzioni parziali di un enigma la cui p·aro1a-chiave è una sola: il mercato. No·n si può continuare a parlare di « orisi » dei p·ro,dotti ortofrutti,coli e, quindi, di interventi stagionali dell'azi 1enda di Stato, o magari di migliora 1 mento del sistema dei trasporti e di potenziamento dell'industria di trasformazio·ne, quando i prezzi di questi prodotti aumentano in Italia del 550 per cento nel corso d,el tragitto che essi devono compiere per giungere nelle mani dei co•n1 sumatori. Naturalmente bisogna anche potenziare l'industria di tra·sformazione e ammodernare i trasporti. Ma prima di ogni altra cosa biso·gna riformare una buona volta il sistema dei mercati « interni ». In Italia vivo·no 55 milioni di persone, cio·è di potenziali consumatori. Ed il no,stro mercato interno non è affatto saturo. È vero che negli ulti·mi anni i consumi di ortofrutticoli sono già aumentati notevolmente, ma è anche vero che i prezzi esorbitanti non incoraggi·ano i consumatori e, praticamente, ne escludono una parte. Una politica di prezzi più « saggi » porterebbe certamente alla dilatazione del mercato, interno. Ma chi è in grado di fare questa p·olitica? I contadini, gli agriicoltori in genere, non hanno ailcun peso, p,er assurdo, ,che ciò possa sembrare, sul meccanismo che determina i prezzi. Angelo Co,nigliaro dimostrò nel 1955, nel corso del Convegno degli « amici del Mondo», attraverso un·a documentata r,elazione, come su ogni 100 lire pagate dai co·nsumatori gli agricoltori ne ricevessero soltanto 35, mentre le altre categorie (i grossisti e i dettaglianti) co,n un lavoro di pochi giorni e un rischio certamente molto minore, si dividevano le rimanenti 65 lire. Dalla produzione al consumo i prezzi si triplicavano o quasi. La stessa relazione di Conigliaro rivelava che dal mercato all'ingrosso al dettagliante i p·rezzi subivano una ulteriore mag79 _ Bibliotecaginobianco
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