Nord e Sud - anno XVI - n. 118 - ottobre 1969

Mario Pendinelli verso l'AIMA (l'Azienda Italiana Mercati Agricoli), per rit,irare grossi quantitativi di pro·dotti agricoli nel tentativo di « alleggerire » i mercati. Ma, mentre avviene tutto questo, nelle città, nei negozi dei dettaglianti o sulle panche dei mercatini rionali, gli ortaggi e la frutta vengo1no o.fferti a prezzi esorbitant1i. . Secondo gli « esperti » più accreditati, tutta l'agricoltura italiana, e l'economia di molte regio,ni del nostro Mezzogio 1 rn,o in p·articolare, dovevano ricevere d,alla diffusione degli ortofrutticoìi un irr1pulso benefico. E non si fa fatica a crederlo,. Anche se probabilmente si è un po' esagerato. Secondo l'opinione di mo1ti, gli ortofrutticoli avrebbero rappresentato la nostra grande occasione per inserire l'agricoltura del Mezzogiorno, e quindi uno spicchio consistente della sua economia, nel « grande giro » del Mercato comune europeo. Ai no,stri coltivatori si era fatto credere che raggiungere e co·nquistare i grandi mercati tedeschi - Co~ Ionia, Amburgo, Berlino, Stoccarda e Monaco - « affamati » di frutta e verdura fresche, sarebbe stato facile co,me scavalcare il muretto della propria azienda, o poco più. Sembrava, almeno, dieci anni orsono, che l'unico nostro pro,blema fosse quello di produrre di più. Purtro 1 ppo per noi, le cose non si sono svolte esattamente così. Le cifre, anche quelle più ottimiste, so·no state largamente superate per quanto riguarda la produzione, ma l'assorbimento dei mercati è stato inferiore alle previsio,ni. La Germania non è poi così « vicina » come si pensava e la pur ricca area del Mercato co1 mune europeo, co-n i suoi 180 milio.ni dii consumato 1 ri, è, in fon•do, meno ben disposta ·di quanto non si credesse nei confronti dei nostri prodotti. Durante gli ultimi anni, una p•arte dell'agricoltura italiana si è trasformata; nel Mezzogiorno si è puntato, come abbiamo visto, sull'irrigazione e sulle coltivazioni « intensive ». Ma· nello stesso periodo di tempo i « paesi nuovi » del bacino mediterraneo non sono stati a guardare. In alcuni di essi, co1me ad esempio Israele, sono stati compiuti « miracoli » (vasti tratti di deserto trasformati in fertili campi) di fronte ai quali ciò che si è fatto nelle nostre regioni meridionali sembra uno scherzo tra runici. Anche in Algeria, in Marocco, in Libia, in Egitto, in Tunisia e nel Libano le opere per la trasformazione dell'agricoltura sono state imponenti. In questi paesi, come del resto nel nostro Mezzogiorno le condizioni climatiche sono sempre state favorevoli alla produzione di molte varietà di ortofrutticoli. La bonifica e l'irrigazione hanno fatto il resto. Così i paesi del bacino mediterraneo sono diventati oggi i nostri p,iù temibili concorrenti proprio sui mercati di quella che. avevamo immaginato 1 come una nostra « riserva di caccia» pressoché esclusiva: l'area del Mercato comune. 76 Bibliotecaginobianco

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