/ La questione ortofrutticola ministrare» l'acqua che c'era o quella (ed era poca) che, di tanto in tanto, veniva « procurata » da Ro,ma con qualche nuo,va opera pubblica di « rattoppo » d·elle vecchie reti idriche. Per il resto, la loro principale occupazione era il sotto 1 govemo, ottenuto (al prezzo dei bilanci in rovina) con l'isorizione nei registri-paga di un numero enorme di dirigenti, tecnici, ed impiegati. È rimasta celebre, a questo proposito, la battuta di Mario Missiroli, che definì l'Acquedotto Pugliese « un ente che dà più da man-giare che da bere». Comunque, nel momento in cui la « sete del Mezzogiorno » diventò, finalme·nte, un problema di tutto il p·aese e non solo dei varii Enti di cui abbiamo parlato, si vide che, se l'acqua nel Mezzogio 1 rno scarseggiava, ce n'era, almeno « potenzialmente », molto più di quanto no1 n si pensasse. Bisognava, però, scavare i pozzi per portare alla luce le « vene >, sotterranee, o costruire le dighe per imbrigliare i fiumi. E soprattutto occorrevano gli « invasi » per conservarla e i canali per distribuirla. Il « problema dell'acqua » non è ancora risolto. In molte delle regioni m1 eri,dionali, è ancora un problema attuale e crea situazioni drammatiche. L'·azione della « Cassa » ha dimostrato comunque che p1er attenuare l'arsura del Mezzogiorno non è n·ecessario attendere che lo svi1 luppo tecnologico consenta di ridurre i costi della dissa 1 lazione dell'acqua marina. Indipendentemente d·a ciò, le opere realizzate hanno fatto nascere, nel mezzo o ai margini di zone tuttora aride, fasce più o meno· vaste di terreni (a volte si tratta di migliaia di ettard) razionalmente irrigati e, quindi, disponibili per le coltivazioni « intensive ». Sono le « oasi » di cui abbiamo parlato. Ad esse bisogna poi sommare i « fu.n,ghi » che sono spuntati un pò dappertutto, sotto foliII1a di pozzi scavati direttamente nelle campagne. Se a ciò si aggiu·nge la vasta diffusione delle serre e dei teloni di plastica, che consentono di produrre gli ortaggi e molte varietà ,di frutta praticamente in tutt·e le stagioni, si comprendono facilmente i motivi p·er i quali la produzione degli ortofruttico 1li si è triplicata negli ultirni dieci anni. Ed il suo incremento è tale da far ritenere che nel giro di qualche anno, secondo le stesse previisioni del Piano Nazion·ale di sviluppo economico, gli ortofrutticoli rappresenteranno il 36 p·er cento della produzione lorda vendib1ile della nostra agricoltu.ra. Che cosa ne faremo? Ogni anno si ripresenta la « crisi » degli agrumi o delle mele, delle patate o dei pepero·ni, ad angosciare i nostri agricoltori. Le « sommosse » stagionali dei contadini, esasperati dal fatto che questi prodotti non trovano compratori, sono note anche ai lettori più distratti dei quotidiani. Così come sono noti gli interventi che lo Stato effettua quasi dopo ogni raccolto, spendendo oifre ingentissime, attra75 _ Bibliotecaginobianco
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