Nord e Sud - anno XVI - n. 118 - ottobre 1969

/ Giornale a più voci Certo che una simile equazione non si può porre; innanzi tutto perché ,non si capisce ch·e cosa significhi « filosemitismo ». Quando non si è razzisti, non si può essere ,né antisemiti né filosemiti; si è semplicemente contrari all'antisemitismo, così come a qualsiasi altra forma di discriminazione razziale. Anche l'equazione rovesciata, che a detta di Levi gli organizzatori del Convegno avrebbero mirato ad accreditare (comunismo==antisemitismo) non ha senso; e non tanto per il fatto che nei paesi da lui citati mancano le · manifestazioni antisemitiche (il discorso andrebbe comunque approfondito) quanto perché un'equazione del genere costituisce di per sé un assurdo. Se un ebreo, come chiunque altro, ha il diritto di essere comunista o anticomunista, a sua scelta, un comunista no•n è e ;-ion può diventare antisemita; nel momento stesso in cui lo diventasse, cesserebbe di essere co;munista. Tuttavia, ancora una volta, la questione non va posta nei termini in cui Levi la pone .. No,n si tratta di stabilire se questa o quell'equazione sia valida, o se occorre correggere il titolo del volumetto « irncriminato » ( da Antisionismo e antisemitisnio· nell'Europa orientale in Antisionismo e antisemitismo in Polonia, Cecoslovacchia e Unione Sovietica). Si tratta, ripeti 1amo, di accertare se in questi paesi - tra i quali, si badi, figura l'URSS, che va bene al di là dei suoi confini nazionali! - vi sia, o no, antisemitismo. Per la Polonia, Levi ammette senz'altro « che un processo negativo si è verificato ». Della Cecoslovacchia non parla. Quanto all'Unione So,vietica, egli dichiara che sarebbe in corso « un concreto seppure cauto ' disgelo' », e che soltanto la faziosità degli organizzatori del Convegno li avrebbe indotti a tacerne, per confermare « con pseudo-fatti, statistiche vecchie e ideologie superate » la famosa equazione di cui sopra. Insomma, se abbiamo ben capito, Levi riconosce che nella Russia sovietica ci sono stati effettivamente fenomeni di antisemitìsmo, ma aggiunge che ora le cose vanno meglio e che tutte le proteste forn1ulate al riguardo sarebbero dirette a disto·gliere « ebrei e filoebrei dalle simpatie e dalle adesioni che molti di essi mantengono ai partiti comunisti». Ora, posto che nell'URSS esista effettivamente una discriminazione razziale, c'è· da dire anzitutto che ad essere messe in gioco non sarebbero semplicemente le simpatie per i partiti comtmisti degli ebrei e dei « filoebrei » ( ?) ; sarebbe messa in gioco la fiducia di tutti i comunisti, ebrei e non, nel regime so·vietico, cioè sarebbe messa in discussione la fedeltà del regime sovietico ai principi della Rivoluzioine d'Ottobre. Levi domanda: « da chi è orchestrarta questa vasta azione anticomunista che dispone evidentemente di mezzi ingenti in determinati partiti politici e in determinate ambasciate»? A nostra volta, gli chiediamo: sospetta forse anche di Bertrand Russell? o del senatore Terracini? diffida anche di Zacharo 1 v, quando l'eminente fisico sovietico scrive, riferendosi non già a pseudo-fatti e a statistiche vecchie, ma a fatti autentici del presente, che è « una vergogna permettere un'altra sterzata verso l'antisemitismo nella politica di reclutamento agli impieghl pubblici? (cfr. A. D. Zacharov, Progresso, coesistenza e libertà intellettuale, trad. italiana, Etas Kom.pass 1968, pag. 92) crede forse che anche Rossana 55 _ Bib-liotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==