Nord e Sud - anno XVI - n. 118 - ottobre 1969

GIORNALE A PIU' VOCI Ancora sui comunisti e gli ebrei L'atteggiamento che i partiti comunisti occidentali, e il PCI in particolare, hanno assunto di fronte ai fenomeni di antisemitismo in alcuni paesi 'dell'Est, URSS compresa, è quello del « meno se ne parla, meglio è ». No,n si tratta, si badi, di un atteggiamento di co,modo, dettato cioè dal timore ·che militanti e simpatizzanti, per disposti che siano a ravvisare nello Stato di Israele lo strumento dell'imperialismo mondiale, non esiterebbero a condannare duram·ente qualsiasi manifestazione razzistica (e la condannerebbero anche e soprattutto• da parte di quella Russia sovietica che essi continuano a considerare come la patria del socialismo). No: se i comunisti preferiscono evitare ogni polemica su questo argomento, ciò si deve al fatto :ehe la lo1ro· coscienza di uomini e di comunisti è la prima a rimanerne sinceramente turbata. Qualcuno forse ricorderà una non lontana trasmis-- ,·sione di Tribuna politica, che aveva tra i suoi p·rotagonisti l'on. Giancarlo Pajetta: ebbene, nop ap•pena l'interlocutore accennò alle vign1 ette anti·sem.itiche comparse sulla stampa sovietica nell'estate del 1967, l'on. Pajetta, che fino a quel momento aveva partecipato alla schermaglia con l'ironica imperturbabilità che gli è propria, perse la calma e ricordò, quasi gridando, che ebrei e comunisti erano andati insieme alla morte, so,tto il nazismo. Il che era vero, naturalmente, ma no1 n smentiva il fatto - del resto, documentatissimo - che gli era stato co,ntestato. Ma che i co-munisti respingano l'appoggio che viene lo,ro oifrerto in questo campo da chi porta un no,me -ebraico, e per giunta è professore all'Università ,di Gerusalemme, sarebbe, francamente, chied.ere troppo. Nessuna meraviglia, .dunque, se su « Rinascita » del 5 settembre scorso è apparsa una lettera al Direttore (dal significativo titolo: Un ebreo scrive su antisionismo e antise- _mitismo), a firma Leo Levi. L'auto,re si riferisce a un volumetto, acquistato da un suo amico presso l'Ambasciata di Israele in Roma e intitolato Antisionismo e antisemitisn10 nell'Europa orientale, dove sono raccolti gli interventi ~l « III Convegno sulla situazione degli ebrei nell'URSS » (interventi che i ,~ostri lettori già conoscono, per essere stati pubblicati nel febbraio di que- :st'anno da « Nord e ·Sud »). Ora, che cosa dice Levi? Dice, so,stanzialmente, ,che la denuncia contro l'antisemitismo (sovietico) è strumentale, in quanto ,servirebbe da « co1 pertura a un'attività politica anticomunista e americanofila ». Ma il punto non è se l'antisemitismo sovietico fornisce pretesti ai « servi » di Washington. Il punto è se esiste un antisemitismo sovietico. « Perché r1on si parla di paesi come Romania, Ungheria, Bulgaria, Jugoslavia? O non sono, quelli paesi ' dell'Europa Orientale '? Il silenzio è significativo », osserva Levi. E ne deduce trionfalmente che non si può proporre l'equazione "< filosemitismo == anticomunismo». 54 Bibiiotecaginobianco

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