Nord e Sud - anno XVI - n. 118 - ottobre 1969

Note della Redazione confronti di coloro i quali di tali dissesti hanno responsabilità più o meno dirette, ma al contrario l'effetto di ridurre eventi di cronaca non di rado luttuosi a fatti che non « fanno notizia ». Tuttavia, l'ondata di dissesti di questo autunno (un morto, due feriti, mezza città impraticabile, l'aeroporto ·chiuso al traffico per non si' sa quanto, danni economici enormi) ha pur finito per fare notizia; e non solo e non tanto per la drammaticità insita negli episodi verificatisi, ma perché finalmente da questi ultimi episodi sono cominciate a scaturire con.seguenze politiche e a1nministrative. Si badi che all'avverbio «finalmente» non intendiamo qui conferire alcun contenuto ottimistico. È presto, infatti, per giudicare se le in.chieste disposte dal ministro dei Lavori Pubblici riusciranno davvero a districare tutto il groviglio di responsabilità, a chiarire come e perché Napoli si trovi oggi in uno stato di deterioramento urbanistico pauroso, a precisare quante e quali colpe e complicità abbiano determinato lo scempio edilizio ch'è la causa prima delle fogne che scoppiano, del sottosuolo che si frantunia, dei palazzi che crollano, delle strade che sprofondano, della funzionalità dell'impianto urbano che si affievolisce, del costume civile che si deteriora. E vero che Napoli ha un'orografia tormentata e una configurazione geologica difficile, che il suo sottosuolo cela cavità sconosciute. Ma nei crolli e nei dissesti napoletani, le colpe non sono della natu11a, sono dell'uomo; la natura, semmai, c'entra in quanto vittima delle violenze perpetrate ai suoi danni. L'uso che la classe dirigente napoletana ha consentito, soprattutto negli ultimi vent'anni, che si facesse del territorio è stato qualcosa di folle e di delinquenziale. Di ciò oggi tutti s'avvedono; e sono costretti ad avvedersene anche coloro che, per dovere atnministrativo o politico avrebbero potuto avvedersene già da anni, ad esempio da quando le prime inchieste dedicate ai «misteri» del sottosuolo e del suolo di Napoli venivano pubblicate (e, tra le prime inchieste, quella che comparve su questa rivista, nel 1961, offrì col suo titolo, La città di cartone, una definizione della patologica situazione edilizia napoletana ormai divenuta d,,uso corrente). Ora, in seguito all'ennesimo sprofondamento in via Aniello· Falcone, principale strada d'accesso alla collina del Vomero (la più gravata dal peso della speculazione edilizia), e in seguito allo spappolarsi della pi,sta dell'aeroporto di Capodichino - fatto distinto, ma non inassimilabile agli altri - il ministro dei Lavori Pubblici ha nominato due commissioni d'inchiesta. Mentre questo nun1ero della rivista va in macchina si sa ancora poco dei poteri di tali commissioni (composte da funzionari dei Ministeri dell'Interno e dei Lavori Pubblici) e dell'arco temporale cui si riferirà l'indagine. Difficile perciò ipotizzare oggi quella che potrà esserne la portata. È chiaro, comunque, che se i commissari dovessero limitarsi a verificare la validità formale dei provvedimenti delle autorità locali in materia di licenze edilizie, dalle inchieste potrebbero venir fuori inadempienze o irregolarità di . questo o quell'ufficio, a loro volta riconducibili, se l'indagine sarà serrata, ad assessori e ad amministrazioni comunali; ma non potrebbero venir 50 Bibliotecaginobianco

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