Nord e Sud - anno XVI - n. 118 - ottobre 1969

Note della Redazione vocazione europea dell'Italia moderna, dalla sua sintonia con le correnti di pensiero che alimentano così il revisionisrno liberale (Croce) . co·me il revisionismo socialista (Salvemini). E comunque « Il Mondo » è stato e sarà un settimanale non conformista, capace di identificare il conformismo, e denunciarlo, dovunque esso si annidi e prosperi, a destra, fra coloro· che si « allineano », o .a sinistra, fra coloro che « contestano ». Ad Arrigo Benedetti ed' al nuovo «Mondo», gti auguri di « Nord e Sud»; ma più che gli auguri, l'impegno ad essergli vicini, come lo siamo stati al « Mondo » di Pannunzio: si tratta, come allora, del «nostro» giornale. Chi costruirà le "1 case ? Ci sarà dunque un intervento dello Stato per alleggerire la situazione pesante che si è creata a Torino in conseguenza di quella che Astengo ha definito una « carenza mai verificatasi in termini così visto·si di alloggi decenti per le classi a reddito fisso » e per evitare che i comuni dell'area metropolitana di Torino restino schiacciati dalle nuove spese relative alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria che l'ondata dell'immigrazione ha reso . necessarie. Ma questo intervento dello Stato è un intervento di soccorso e si co•nfigura come una specie di incentivazione retroattiva del fatto compiuto: non solo l'industria edilizia costruisce a Torino 100.000 vani di lusso che si aggiungono al cosiddetto «invenduto», la cui consistenza a Torino, come a Milano, senibra già consistente; ma soprattutto si scontano le conseguenze di una decisione dettata dalla miopia della Fiat. Valletta non ha voluto scendere nel Sud e ha voluto impiantare a 20 km. da Torino un altro stabilimento, malgrado gli incentivi predisposti dallo Stato per invitare le industrie ad espandersi in zone di nuova industrializzazione, là dove sono disponibili congrue riserve di manodopera, e non là dove c'è piena occupazione e quindi ogni ulteriore episodio di industrializzazione provoca il ricorso all'immigrazione e considerevoli nuo1- 1e spese dei comuni per insediare i nuovi imn1igrati. Di conseguenza lo Stato deve caricarsi di queste nuove spese, per evitare le quali la f/iat era stata invitata a scendere nel Sud: è appunto l'incentivazione retroattiva, sia pure corretta in parte da una certa disincentivazione retroattiva, misurabile _nel contributo della Fiat alla costruzione di case popolari. Chi vuole può fiare i co,nti e valutare fino a che punto sia stata miope la decisione di Valletta di impiantare a Rivalt,a uno stabilimento che si sarebbe potuto impiantare, diciamo, a Battipaglia. Ci sarebbe stata meno immigrazione a Torino e meno emigrazione dal Mezzogiorno; ci sarebbero stati meno posti di lavoro nuovi a Torino e più nel Mezzogiorno; non sarebbe diventato necessario nella misura in cui si richiede oggi un intervento di soccorso a Torino e i fondi che ora si devono stanziare per questo intervento si sarebbero potuti destinare, diciamo, alle zone terremotate della Sicilia. 48 Bibiiotecaginobianco

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