Lucio Rosaia biamo essere cioè pro,nti a rinnovarne gli istituti incessantemente p·er rip·roporl1a sempre ,come l'uni 1ca alternativa. E la rivoluzio,ne scientifica e t,ecno,lo,gi,cavuole queste nuo1 ve istituzio,ni. Nella so·cietà -scientifica e tecn·olo,gica « un p,roblema cruciale - scrive Brzezinski - è quello d'ella partecipaztone politica. Nell'era tecnetronica il problema è sempre pii'l quello di assicurare itna partecipazione reale a d'ecisioni che appaiorio tropp 10 c'o·mplesse e distanti dal cittadino medio. L'alienazione politica diventa un problema... Nella società industriale le masse (erano) coordinate, tramite sindacati e partiti politici, con programmi relativamente semplici e alquanto ideologici .... Nella sodietà tecnetronica sembra esservi una tendenza all'aggregazione del supporto individuale di milioni di cittadin.i non coordinati, facilmente inseriti nella sfera d) azione d'i personalità dotate di fascino e di attrattiva, in grado d'i sfritt tare efficacemente le più recenti tecniche di co,mitnicazione per manipolare le emozioni e controllare le menti ... (Infine) nel!' era tecnetronica la tendenza alla spersonalizzazione del potere economico è stimolata dalla comparsa di un'interdipendenza altamente complessa tra istituzioni goverrLative, fondazioni scientifiche ed organizzazioni ind'itstriali. Nella misiira in cili il potere economico si lega inseparabilmente con quello politico, diventa 1neno palpabile e cresce il senso della pochezza individiLale ». Certo non è necessario abbracciar,e il pessimis,mo di OrweJl e dei suoi epigoni per renderci conto che lo sviluppo della rivoluzione scientifica e tecnologica così come finora l'abbiamo conosciuto, racchiu,de in sé 110,nsoltanto un potenzial,e di bene, ma anche di male, non solo di liberazione dell'uomo, ma di tirannia. M,a no,i n,on poissiarno illuderci di poter, rispondere co·n le istituzioni del XVIII o XIX secolo alle nuove fonti di potenziale dispotismo. « Le teorie del potere legislativo e della rappresentanza c1he noi segitiamo ancora oggi - s,crive Harvey Wheeler - sono state in origine svolte da iLomini come Jeremy Bentham e John Stuart Mill. Erano teorie concepite per affrontare i problemi politici e le decisioni d'i una sodietà che stava viv'endo l'esperienza di itna rivoluzione inditstriale 1nodello XVIII secolo. Non riuscirebbero certo a sopravvivere alla sco1mparsa della rivoluzione che le ha generate. Si ha il diritto di c.hied'ere che con la nostra rivoluzione scien~ifica noi facciamo altrettanto dei nostri predecessori del XVIII secolo con la l9ro rivoluzione industriale. Dobbiamo imparare a dominare ed a sorvegliare democratlicamente le minacce del dispotisnio p,resenti 32 Bibiiotecaginobianco
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