... Lucio Rosaia po,ne co1 n maggiore immediatezza, la consapevolezza che il nostro futuro di uo,mini liberi, il futL1ro dell'umanità in te,rmini di libertà e di democrazia, si gio•ca su questo terreno. I vari aspetti di questo « revi,sionisrno », se così si può dire, sono troppo noti ,perché sia necess,ario ricordarl~. Basterà sotto-lineare co1 me essi possano essere ricondotti ad una matri,ce· comune: la confessione che ci troviamo davanti alla necesisità di ribaltare la nostra concezione tradizionale dello sviluppo economico. Fino ad oggi, in sostanza, la s•celta dei no,stri fini collettivi è stata dominata e determinata dall'adesione, co,nscia o in1cons,cia, al principio- per cui l'evoluzio11e della società deve adattarsi alle esigenze dello sviluppo economico, il modo di evolvere della società deve dedursi dalle necessità dello sviluppo economico. Nello stesso momento in cui lo sviluppo dell'uomo in quanto tale diventa la condizione imprescindi,bile, e ,centrale, dell'ulteriore sviluppo 1 eco,nomico, noi siamo costretti a rovesciare questa impostazione di principio, siamo, costretti a dedurre il modo di evolvere della vita economica dalle neces,sità imposte da scelte sociali date. Se finora abbi,amo cercato -di adattare l'uomo a condizioni imposte da un tipo di evoluzione della vita economica ritenuto « necessario » o « naturale », da oggi in po,i siamo costretti ad adattare l'evoluzione della vita eco,110,micaall'uomo, nelle sue ragioni. In altre parole noi, come scrive R,aymond Aron, « non troviamo più che lo svi,luppo ad ogni costo co1 n il tasso più elev,ato sia un evidente imperativo e ci domandiamo quale genere di società vogliamo costruire ». Noi siamo assolutamente necessitati a far questo. Si legge nel do,cumento, del Piano fran•cese (Riflessioni per il 1985): « In un mo1 ndo in cui si elevano i livelli ,di vita, in cui a.umenta il temp·o Libero, in cui si riduco•no le servitù del lavoro, gli uo,mini hanno sempre più Ia possibilità di cercare il sign,ificato 1 che vogliono ·dare alla loro vita così evidentemente e drammaticamente priva di sicurezza. Senza un minimo di continuità politica, so·ci,ale, economica, senza una conceziione chiara del lo,ro avvenire e senza una certa visione delle realtà ultime cui sono dirette, le società possono vivere? Pur senza proporsi questo problema in termini metafisici, l'economiiSta è co-- stretto ad interessarsene, a domandarsi in che modo il sociologo e,d il filosofo possono chiarirlo ». Certo tutto questo no1 n è f,a,aile; probabilmente è meno fa,cile che andare sulla Luna. Ma questa è l'impresa a cui siamo destinati e no.n po,ssiamo, rifiutarla solo perché la .difficoltà di prog,ettare una nuova civiltà ci sp,aventa. 30 Bibliotecaginobianco
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