Nord e Sud - anno XVI - n. 118 - ottobre 1969

La concezione meridionalista dello sviluppo italiano Ma i sindacati di oggi sono ben altrimenti maturi, per quanto riguarda la presa di coscienza dei problemi di svilt1ppo del paese, di quanto non lo fossero quei sindacati i cui comportamenti suscitavano la polemica salveminiana. Noi riteniamo perciò che i termini delle scelte possibili in sede di programmazione debbano essere sottoposti alla verifica dei sindacati, al giudizio dei sindacati, in modo che i sindacati, quando fossero in grado di influire liberamente sulle scelte della programmazione, possano impegnarsi più coerentemente e più autorevolmente per portare avanti le soluzioni conformi alle esigenze dei più deboli e in particolare all'esigenza di dare lavoro ai disoccupati, senza essere costretti a farsi rimorchiare e senza temere di essere ·scavalcati da rivendicazioni di categorie già soddisfacentemente retribuite e comunque privilegiate rispetto alla condizione dei nostri disoccupati. Naturalmente c'è chi intende il discorso sulla politica dei redditi in termi11i di blocco dei salari. Ma per noi il discorso sulla politica dei redditi è il discorso salveminiano aggiornato ai tempi e alle esigenze della programmazione, è la versione moderna del discorso sulla priorità che si deve attrib11ire al problema del posto di lavoro per il disoccupato, è l'introduzione d~lla quale non si può prescindere al discorso sulla priorità meridionalista e sulla concezione meridionalista dello sviluppo italia110. In altri termini: se i governi si potessero uniformare regolarmente all'esigenza di far valere nella programmazione una co-ncezione meridionalista dello sviluppo italiano, questo sarebbe anche un richiamo ed uno stimolo per i sindacati, un impegno addirittura a non intraprendere azioni che possano contraddire a questa concezione, e che potrebbero tradursi in un fattore di freno dello sviluppo delle regioni del paese dove si concentrano la disoccupazione e la sottoccupazione. Si tratta, però, di accertare pregiudizialmente se il problema della disoccupazione e sottoccupazione è un problema di insufficienza della domanda aggregata o un problema di insufficienza della capacità produttiva. La 11ostra disoccupazione è strutturale: è quindi la creazione di u11 più ampio, più solido, più differenziato apparato industriale che può fornire le occasioni di una sua progressiva eliminazione. Questo significa che dobbiamo ricavare dal sistema economico le risorse necessarie per un'adeguata accumulazione del capitale; ma l'accumulazione del capitale costituisce un impiego alternativo ri21 Bibiiotecaginobianco

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