Nord e Sud - anno XVI - n. 118 - ottobre 1969

Dino Cofrancesco ... spezzata, l'io si irrigidisce. Se si esaurisce p1ositivi 1sticamente, nella registrazione del dato, senza dare nulla di suo, si riduoe a un punto; come se, alla maniera idealistica, p,rogetta il mondo dal fondo senza fondo di se stesso,, si estenua in cieca ripet 1 izione. In entrambi i casi esala l'ultimo respiro» (p. 202). Lungi dall'esaltare l'unità prelogica di percezione e oggetto, gli Autori introducono, quindi, la riflessione proprio nel momento più delicato, della loro co1struzio1 ne concettuale. Solo l'antitesi riflessa, che ha luogo nel rapporto di interno ed esterno, fo·nda la loro conciliazione. « La dis tinzione ha luogo ·nel soggetto, che ha il mondo esterno nella propria coscienza e tuttavia lo rico'nosce come altro. Onde l'atto di riflettere che è la vita stessa della ragione . . . . s1 compie co1ne pro1ez1one consapevole ». Pertanto, scrivono Adorno e Horkheimer con riferimento all'antisemitismo, « ciò che in esso è morboso non è il com.portamento proiettivo come tale, ma la n1ancanza, in esso, della riflessione. Quando il soggetto no1 n è più in grado di restituire all'oggetto ciò che ha ricevuto ,da esso, non diventa più ricco, ma più povero » (p. 202). L'antisemita è co•me il paranoico che « percepisce il mondo esterno solo nella misura corrispondente ai suoi ciechi scop,i » ed è « capace solo e sem•pre di ripetere il suo io alienato a mania astratta » (p. 203). Alle o•rigini della paranoia collettiva v'è la scomparsa, pressoché totale, dell'individuo, determinata da un ben definito assetto pro,duttivo. « L'indifferenza verso l'in,dividuo trae le conseguenze dal processo 124 Bibiiotecaginobianco economico·. L'individuo è divenuto un o.stacolo alla pro,duzione ( ...). Se nell'epoca liberale l'individt1azione di una pa·rte della po1 po1 lazione era necessaria all'adattamento della società nel suo inisieme allo stadio raggiunto dalla tecnica, oggi il funzio1namento dell'ap 1 parato economico esige una direzio·ne delle masse che no,n sia p1ù •disturbata dalla individuazione» (p. 217). Ne co,nsegue che « ,senso della realtà, adattamento al po,tere no1 n ·sono più il risultato di un p,rocesso dialettico fra so1 ggetto e realtà, ma sono prodotti direttamente dal meccanismo industriale » {p. 219). In questo pantragismo senza speranza, il fascismo, non è che la coerente realizzazio 1 ne di quanto di negativo era già nella ragione illuministica ·rido1tta a pura macchina calcolatrice. Il ras fascista « 110 1 n .rap,prese11ta più tanto il padre, quanto la proiezione collettiva e dilatata a dismisura dell'io in1potente di ogni singolo, le persone dei capi corrispondono effettivamente a questo modello» {p. 253). « Almeno nella somiglia11za fra il barbiere ebreo e il dittatore ~ si legge in uno « schizzo», quasi sicuramente di Adorno - il film di Cl1aplin ha colto qualcosa di essenziale» (ivi). Dinanzi a queste analisi, se riconosciamo senza difficojltà che molte tesi sono discutibili, ci è difficile derivare da esse quell'inguaribile tardoromanticismo dei due Autori, ribadito recentemente anche da Plebe nel suo magistrale - per chiarezza e profo 1ndità - lib·retto sul1' Illuminismo, edito da Ubaldini. Del resto, quasi a p,revenire fraintendimenti in tal senso, Adorno e Hork-

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