Il nuovo illu1ninismo di Adorno Ma proprio Odissea rappresenta la dialettica di mito e di illuminismo, affini e d·iversi ad un tempo. La magia, infatti, è « fal·sità sanguinosa, ma in essa non si ha ancora qu·ella negazione app·arente del dominio, per cui il dominio stesso, trasformato in verità, si pone alla baise del mondo caduto in suo potere» (p. 17). « La magia è, come la scienza, rivolta a scopi, ma li persegue mediante la mimesi, non in un crescente distacco dall'oggetto » (p. 19)."La natu•ra e l'anima si presentano, in essa, anco,ra come forze viventi di ori,gine divina o demonica ed essa ha il compito di sottrarre la seconda al potere spietato della prima. L'inganno è già presente nel fatto che la vittima può essere anche l'agnello o la cerva, ma questa sostituibilità ancora non si è rovesciata in « fungibilità universale », come avverrà poi nell'illuminismo. Il progresso segnato da quest'ultimo sulla mitologia sta in ciò che esso « rivendica connessione, significato e vita alla sola soggettività, che si costituisce propriamente solo in questo recupero. La ragione è l'agente chimico che assolve in sé la sostanza specifica delle cose e la dissolve nella pura autonomia della ragione stessa » (pp. 98-9). In Odissea, per l'appunto, in luogo della mimesi della natura vivente, abbiamo l'imitazione della natura morta, ridotta ormai ad oggetto irrigidito e senz'anima; al posto del sacrificio, abbiamo la rinuncia. « L'astuto sopravvive so1o a prezzo del proprio sogno, che egli paga disincantando se stesso come le potenze esterne » (p. 66). Ciò si rend·e m'anifesto, per i due filosofi Bibl.iotecaginobianco tedeschi, nell'episodio in cui Odisseo1 si sottrae all'ira di Polifemo in virtù del suo nome Udeis, che significa Odissea e Nessuno•. « La parola, scrivono con impareggiabile acutezza, sembra avere un potere immediato sulla cosa, espressione e significato si confondono. Ma l'astuzia mette a pro1 fitto la differenza; si attacca alla parola per trasformare la cosa ». E aggiungono, non senza fine ironia: « Odissea scopre nelle parole ciò che nella società borghese svilup 1pata si dirà formalismo: la loro validità permanente è pagata col distacco dal contenuto che di volta in volta le riempie, onde possono riferirsi in questo distacco, ad ogni contenuto - a nessuno e allo stesso 1 Odissea » (p. 69). Rinunciare - al loto, ai buo1 i di Iperione, alle Sirene, a Circe - sgusciare, sgattaiolare: questo è il segreto dell'eroe itacense che, « aderendo docilmente alla natura, dà ad essa quello che le appartiene e così fa eendo la inganna ». Questa natura ingannata è il monstrum demistificato che appassisce e muore nel momento in cui le vittime si sottraggono ad esso, relegan,dolo nel passato, nell'errore, nella « peripezia ». Ma il prezzo pagato e stato ben alto: « con la negazione della natura, nell'uomo diventa oscuro e impenetrabile non solo il telos del dominio esteriore della natura, ma anche quello della vita stessa. Dal momento in cui l'uomo si recide la coscienza di se stesso come natura, tutti i fini per cui si conserva in vita, il pr:-ogresso sociale, l'incremento di tutte le forze materiali e intellettuali, e fin la coscienza stessa, perdono, ogni 121
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