.. Lettere al Direttore cioè l'equilibrio e il senso della responsabilità al vertice del Partito e della CCI L, la sostanziale fedeltà al grande quadro istituzionale disegnato dopo la Liberazione, è rimasta inalterata, insieme con una formidabile capacità di mediare le spinte protestatarie dei ceti operai e di interpretare, soprattutto in periferia, la vocazione progressista della « base », nella stessa misura generica e generosa in cui la interpretava agli albori del secolo il partito socialista di Turati e di Treves. Converrai anche tu che, in questa prospettiva, sarebbe ingiustificato parlare tanto di un « pericolo » comunista quanto di una « speranza » nell'ipotetica, repentina e semplicistica «conversione» del PCI tutto intero (considerato alla stregua di un monolitico 1nammouth) alla democrazia occidentale, sempre concedendo che di tale ideale regime sia rimasta qualche traccia in un'Europa che, accanto all'Italia e alla Gran Bretagna, allinea i Franco, i Kiesinger, i Pompidou, qualche colonialista portoghese e i colonnelli greci. La verità è che il mammouth rimarrà apparentemente monolitico e riuscirà ancora per un pezzo a soffocare le contraddizioni da cui è minacciato, soltanto nella misura in cui i suoi concorrenti politici, cioè i partiti di centrosinistra, continueranno ad essere lacerati dalle invereconde dispute che hanno portato alla scissione socialista. In questi ultimi nove mesi, infatti, se l'on. Berlinguer non ha ritirato la sua offerta, alzandone semmai, attraverso le minatorie avances di Amendola, il giusto prezzo, tutti sappian10 quali lamentevoli novità ci abbiano offerto dorotei, sinistra DC, morotei, socialisti « italiani» e socialisti « unitari », deteriorando 1naggioranza, governo e formula di centro--sinistra, forse in modo irreparabile. Riforme serie il gabinetto Rumor era pur riuscito ad avviare, se non a realizzare, e pareva perfino imminente il varo di quella del matrimonio, ultima Thule del conservatorismo gesuitico, quando Nenni fu sconfessato dalla maggioranza del Comitato Centrale socialista e i « capuzzielli » lasciarono per la seconda volta in 22 anni « la vecchia casa ». Fino a questo punto, caro ed illustre Dire_ttore, so che la tua e la mia analisi coincidono perfettamente, ma se ti ho scritto questa lettera aperta, invece di chiederti ospitalità per un secondo articolo, è perché vorrei aggiungere qualche osservazione di cui 1ni assumo tutta intera la paternità. A proposito della scissione socialista, in effetti, ho un'opinione che non coincide con quella « equidistante » del Partito Repubblicano che tu rappresenti così brillantemente in Parlamento, e di una parte almeno del gruppo redazionale di « Nord e Sud». A mio avviso e per dirla con Talleyrand, la scissione dei « capuzzielli » p,iù che un delitto, è un errore, perché avvenuta in un contesto storico, sociale e politico totalmente diverso da quello di palazzo Barberini. Troncare l'opera riformatrice del Governo, dissolvere le Camere, costringere gli italiani a nuove ed inutili elezioni significa obiettivamente: 1) mettere a repentaglio l'esiguo margine di sicurezza e di consenso sul quale poggia il nostro regime democratico, e probabilmente ad esclusivo vantaggio dei gruppi di Monti che puntano all'instaurazione di un gollismo confindustriale; 114 Bibiiotecaginobianco
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