.. Recensioni . Fausto allontana ogni facile pietà, mostrando una accettazione fredda e razionale del suo tragico destino. Fanno parte della caratterizzazione di Fausto, una delle creature di Arpino più felicemente disegnate, anche il suo piglio autoritario, retaggio della carriera militare, e accentuato poi da un bisogno di autodifesa e quasi di rivalsa, i suoi giudizi talora qualunquistici, il suo gergo da caserma; particolari questi che non solo contrib,uiscono a dar vita ad un personaggio valido in tutti i suoi risvolti psicologici, ma anche attestano la tendenza costante in Arpino a vedere le figure in funzione di un particolare ambiente •sociale. Nella seconda parte del libro, dove l'intreccio prende il sopravvento sullo scavo del personaggio, la vicenda acquista un tono quasi da suspense, ma perde molto del suo mordente iniziale. Durante la sosta a Napoli il protagonista ritrova Sara, una ragazza che fin dall'infanzia ha nutrito per lui un'ammirazione incondizionata, tramutatasi, dopo l'incidente, in una devozio 1 ne quasi fanatica; tuttavia respinge il suo amore, perché vero movente del suo viaggio è il disegno, da lungo tempo meditato, di togliersi la vita insieme ad un ufficiale napoletano, divenuto cieco in seguito al suo stesso incidente. Ma il duplice tentativo di suicidio fallisce e dopo una fuga insieme con Sara, che cercherà di porlo in salvo, sottraendolo alle indagini della po,lizia, Fausto non potrà che arrendersi alla vita e con essa al sentimento offertogli dalla ragazza. La sua decisione non è segno di sconfitta o di rinuncia, ma conquista di una nuova dimensione umana e, tutto so,m,mato, esempio di amore alla vita. Questo il messaggio affidato all'ultima pagina del libro dove il narratore, pur chiedendosi se Fau·sto, sarà in grado di mantenere l'impegno assL1nto con se stesso, sente di aver ricevuto una lezione di coraggio, perché l1a appreso che « anche la condizione più difficile del vivere è pur sempre il vivere». Abbiamo accennato ad uno squilibrio esistente fra le due parti del romanzo, la p•rima felicemente centrata sul problema esistenziale di Fausto, la seconda su una serie di accadimenti che restano invece un po' esterni alla psicologia del personaggio; dobbiamo aggiungere che la soluzione finale appare poco convincente, sia perché l'autore non chiarisce il nuovo atteggiamento del protagonista nei confronti di Sara (in realtà egli sembra provare per la ragazza solo una forma di annoiata condiscendenza) sia perché la figura fem,minile, alla quale è affidata la soluzione liberatrice della vicenda, risulta alquanto enfatica e cade in sforzature sentimentali cl1e, se si addicono alla sua età giovani!~, hanno un che di so,vrabb011dante e di stucchevole. La sfasatura ci sembra sia confet.mata anche da ragioni stilistiche; nell'ultima parte infatti la « funzionalità» dell'espressione, che aveva costituito non piccolo pregio del racconto, sembra risponder,e ad un artifizio cerebrale più che ad un'intima esigenza. Efficaci risultano invece i frequenti passaggi da un linguaggio essenziale, con punteggiatura scarnificata e uso frequente çl.i ablativi assoluti, al tono più abbandonato della confessione autobiografica, p,assaggi che stanno a sottolineare l'alternarsi dell'azione con alcune pause meditative. 105 ~ibl·iotecaginobianco
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