Nord e Sud - anno XVI - n. 118 - ottobre 1969

La Costituente e la scuola il qualunquista Mastrojanni 23 ; quest'ultimo si opponeva a,lla pro 1 posta di rendere ·obbliga,toria la scuola media inferiore argomentando: « Ci sono alunni i quali dimostrano una insufficienza di carattere organico a frequentare le scuo1 le ». E poiché Marchesi ragionevolmente replicò che questa incapacità, se davvero esiste, si rivelerà solo frequentando le scuole, egli ironicamente chiese « se questo esperimento deve durare fino a quattordici anni ». Ora, siccome è da presumere che nemmeno i qualunquisti immaginassero l'Italia abitata prevalentemente da deficienti, ciò è segno cl1e si continuava ad attribuire alla scuo,la il compito di perpetuare e trama-ndare un unico schema di valori culturali, adatto a condizioni sociali che si desideravano immutate. Anche i liberali, infatti, la concepivano soprattutto come selezionatrice, pur nella forma democratica di una scelta basata sul « merito». Ma intanto co·ndannavano, il progetto della media unica, percl1é sarebbe stata « dannosa alla serietà degli studi secondari », che invece andava difesa a tutti i costi sop1 rattutto nella forma più alta, la scuola classica, che ha il co,mpito di « insegniare a pensare », ed è adorna del1' « incomparabile splendore che le viene dalla sua apparente inutilità ». Il documento dei docenti dell'Università Cattolica, invece, sosteneva l'istituzione della media o·bbligatoria e gratuita, ma proponeva che in essa si attuasse già un « orientamento professionale », affinché alla « scuola umanistica » accedano « coloro che si sono dimostrati capaci di più elevati e più ampi sviluppi d'istruzione », mentre la « scuola professionale » si occuperà di « preparare la vasta e molteplice categoria di tecnici indispensabili allo sviluppo della nostra civiltà ». Ci si basava, insomma, sempre sul criterio di una discriminazione precoce. . Mancini 24 osservava, è vero, che il principio costituzio,nale di una scuola aperta a tutti decretava « la fine della scuola professio·nale, la quale perpetuerebbe, nell'ambiente scolastico, quella divisione in classi che purtroppo è nella società attuale ». Ma dagli interventi dei costituenti, e dagli scritti di allora, si ricava complessivamente la convinzione che, in modo più o meno consapevo,le, si continuasse a propo,rre come modello il liceo classico gentiliano o pregentiliano. Perciò, anche coloro che desideravano una scuola frequentata non solo da borghesi, ma anche da proletari, o solo da proletari, la volevano, poi fedele ad una idea della cultura che è « borghese » per origine e per destinazione. Così c'era chi 25 diceva « noi vo,gliamo una scuola quale l'abbiamo concepita noi vecchi, alla fine del secolo scorso, al principio del nostro, 23 Atti Ass. Costit. I Comm. Discussioni 29 ottobre 1946. 24 Atti Ass. Costit. I Comm. Discussioni 24 ottobre 1946. 25 Atti Ass. Costit. Discussioni Voi. 331l pag. 3134 (Longhena). 99 · f?ibli-otecag1nobianco .

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