/ Giornale a più voci quelle delle regioni ·del Mezzogiorno (Italia meri,dionale e insulare) sono diminuite del 4,44 per cento. Il Sud, cl1e già nel 1967 rappresentava soltanto la modesta quota dell'8,4 per cento del totale d·elle espo•rtazioni italiane, è sceso alla quota del 6,60 per cento nel 1968. Poiché in entrambi gli anni i criteri di rilevazione sono ·sta:ti gli stessi, non v'è dub,bio, ha affermato Tagliacarne, -che la perdita .di quota 1 del Sud cos.titu~soe un deterio11amento preoccupante. Non dispo11endo ancora dei ,dati 'particolareggia.ti riguardanti le esportazioni de~le singole merci ,di tutte ,le province e regioni, il ·prof. Tagliacarnc non ha potuto app-rofo11dire e localizzare il fenomeno·, ma è probabile che la spiegazion.e possa essere trovata nei ·cattivi raccolti e quindi nella co·ntrazione delle esiportazioni di prodotti caratteri 1 stici ,del Sud. Infatti, nel riepilogo degl'in1cassi valutari pub1b1 licaiti dall'Istituto del Commercio con l'Estero, secondo grupp,i ,di merci, si constata che per il gruppo « frutta commestibile » le esportazioni del 1968 isono ammontate a 310 miliardi di dollari, contro i 366 mil,iardi di do,1'1ari del 1967, ossia con una diminuzione del 15 per cento. Anche per la voce « legumi e ortaggi>>, che pure interessa ·sensibilmente il Mezzogiorno, si è avuta nna contrazione fra il 1967 e i1 l 1968 del 6 per cento. Le regioni ,del Sud che hanno sofferto le maggiori decurtazioni nel 1968 sono la Puglia (-10,08% ), -la Sicilia (-6,07% ), la Carn·pania (-5,29% ). Nel C·entro-Nord i più forti aumenti ,si sono· registrati in Lo,mbardia ( +21,37%), che da sola ha concentrato quasi il 40 per cento delle es,portazioni, nel Friuli Venezia Giulia ( +38,79%) e nel Veneto, ( +21,70%). Le altre regioni, quelle importan,ti per la mo,le .delle esportazioni, hanno, segnato, aume11ti mi.no·ri, ma pur sempre considerevoli: Lazio ( + 17,37), Liguria ( + 15,91), Piernonte ( + 15,48), Toscana ( + 13,26). Anche rispetto alle merci im.portante il Sud, osserva Tagliacarne, ha regi:strato nel 1968 un movim·ento più· moderato che nel resto ·d'Italia. Le regio1 ni de1l'Italia settentrionale h·an1 no avuto un in,cremen:to dell'8,28 per cento, mentre l'aiumen.to 1del Mezzogio,mo è stato· so1 lo1 del 4,27 per aen;to. Ancora una vo1ta, ri,badi1soe Tagliacarne, le cifre confermano le difficoltà del Mezzogiorno ad accelerare la maircia 1 del suo •svilup·po1 • Non credia1no· che ci sia bisogno di aggiu,ngere altro 1, perché le cifre rese note •dallo studioso (che integrano quelle che 01gni anno egli ci fornisce a proposito, del red:dito per province) 1 ci sem.brano p,iù che significative. Vogliamo soltanto ·:riilevare '1a utilità che avrebbe una bilancia dei pagamenti delle singole regioni e province, per un confronto dell'appo-rto che 01 gni p·rovincia e ogni regione corrisponide 1 alla bilancia nazionale. E l'a.ppo,rto cl1e il Mezzogjo1 mo dà al r1guarido •Si riflette soprattutto, nelle rimesse dei lavoratori emigrati all'estero, che in tutti gli anni p,assati hanno contribuito a riequilibrare la bilancia ,ctei pagamenti nazionale. Prima ,della guerra 1915-18 le ri1nesise degli emi,granti compensavano la m.età del ,deficit della bilancia commerciale, mentre l'altra metà era compensata ·dai proventi turistici. Negli· anni successivi, le rim€sse degli emigranti non eb1 bero, la 1stesisa impo,rtanza, anche a caiusa della politica restrittiva del fa,scismo; poi, a seguito degli eventi bellici, le rim.esse degli emigranti cessarono, del tutto 1 • Ripresero do,po 85 ~ Bibliot~caginobianco
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