Antonio Nitto rarsi ques.to un imp1 ortante traguardo, raggirunto con continua veloce progressione in questi ultimi anni nel campo dei rap,po1rti commerciali con l'estero. È ,dal 1950 che il nostro p1aese ha i1 niziato la sua escalation nell'import-export, con i1 ncrementi notevoli 1 s1 simi che harmo toccato nel 1967 il 610 per cento p,er le esportazioni, m.entre .nel resto del mondo esso è stato del 248 per cento. All'interno ,della Comuni,tà Europea, poi, mentre l'incremento dell'import-exrport tra ,i sei paesi è stato del 256 per cento, l'Italia ha aum•entato le importazioni del 293 per cento e le esportazio 1 ni del 455 per cento ('Sempre rispetto ail 1950). Questo considerevole ritmo si è mantenuto anche nel 1968, con un aumento finale del volume 1delle esportazioni del 15,40 per cento rispetto, all'anno precedente e ,del 7,3 per cen,to del volume delle im,portazioni. Abbiamo quindi raggiunto e superato il tetto dei 12 mila miliardi di lire nel totale delle importazioni ed esportazioni, con un antici 1 po di alcuni anni rispetto a1'le previ 1sioni. E qt1esto soprattutto perché o,rmai siamo 1 tra i prin,cipaili paesi industrializzati del mondo, il che si riflette anche nel campo dei nostri raipporti commerciali co1 n l'estero. Infatti, la compo 1 sizione qualitativa dei nostri scambi r~sente proprio •di questa nuo1va veste econo,mica del paese: le nostre es1portazioni sono costituite per 1'85 per cento di p1 ro1do,tti finiti e semi,lavoriati e del 15 per cento di p1rodoitti agrico 1 li e alimentari, capo 1 vo,lgen,do le tendenze di un itempo. Contemporaneamente au,mentano le importazio,ni di materie p1rime per le i1 TIJdu,strie, di 01li•minerali greggi per le nostre raffinerie ed oleodo,tti, mentre la biJancia agricolo-ali:mentare p1resenta gro,ssi deficit. Tutto 1 ciò significa però per l'Italia l'aggravam,ento. degli squilibri territoriali. L'at 1 tiuale co1 mposizione qualitativa dei noiStri scambi con l'estero rapp:resenta rl naturale sbocco delle industrie settentrio.nali, mentre per il Mezzogiorno si registra un arrietramento delle vecchie posizio 1 ni nella bilancia com,merciale italiana, sop1 rattutto nel campo delle espo,rtazioni di prodotti alimentari; d'altra parte, il ritardo ne1la industrializzazio 1 ne delle regioni meri 1 dionali non ha per.messo al Su,d di partecipare adeguatamente al boon1 realizzato nel Nord. Queste nostre non certo originali affermazioni vengono confermate da una interessante elaborazio,ne statistica preparata dal p•rof. Guglielmo Tagliacarne, per inizjativa •dell'Unio,ne italiana delle Camere di Co·m.mercio, e che riprende le cifre delle importazioni ed esportazioni di merci effettuate dalle singole regj,oni e p1 ro1 vince italiane nel 1968, anailizzan·dole co,n significativi confrointi qualitativi e quantitati·vi. Sareb 1 be troppo, lun·go, riportare qui le cifre della bilancia co1 mmerciale delle province e regioni: ci basterà richian1are il con1mento 1 che il prof. Tagliacairne ha p1reparato ad intelli,genza delle cifre stesse e che il quotidiano « 24 01 re - Il Sole» ha pubblicato il 19 gi,ugno scorso. Risulta sUJbi,to evidente come la partecipazione delle singole pro,vince e regioni alle esportazio 1 ni effettuate nello scorso ann1 0 sìa stata assai difforme. Mentre le esportazioni (operazio 1 ni co,mmerciali-valutarie) delle regio,ni dell'Italia settentr.ionale e centrale si sono incrementate del 19,23 per cento, 84 Bibiiotecaginobianco
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