/ Giornale a piit voci così persa, da parte degli ambienti cittadini, un'occasione: un'occasione pre ... ziosa per .dare un co11tributo determinanite, un sostegno effettivo - di consenso o di critica - all'azione delle forze politiche. Particolarmente grave. poi, l'assenza dal dibattito di certi rinterlocutori ·primari come i sindacati. Neppure è valso, a di1minuire il distacco tra opinione p·ubblica e vicende comunali, il fatto che, co1 ntemporaneamente al nuovo schema di Piano Regolatore, siano s.tate messe i,n discussione (presentate dal Pro,vveditore alle Opere pubbliche, Travarglini) le linee generali per l'assetto terr.itoriale della Cam·pania. Co,sì appare chiaro che l'occasione per,duta è doppia: da una parte non si è valutato -se effettivamente 11 nuovo Piano Regolatore è una camicia (l'assessore Servidio e la maggioTanza degli urbanisti dicono di no) che si vuole per forza mettere a1 ddosso al,la città; e dall'altra non si sono confrontate sufficientemente le « Ipotesa. » sul nuovo ruolo e sulla nl1ova funzione di Napoli, con le p1roposte relative alla ristrutturazione del territorio 1 regionale. È toccato 1 alle forze politiche col1nare le lacune e il ritardo manifestati da un'opinione p·ubblica anoora incap 1 ace di una .partecipazione democratica. È toccato a queste forze il co!m1 pito di iI1Jdividuare i punti vulnerabili del Piano e proporre alternative, servendosi dei li,mitati apporti scaturiti dal dibattito. Il progetto del nuovo Piano Regolatore venne approvato « in via di massima » dalla Giunta con1unaile il 21 aprile 1969. Si chiudeva co,sì positivamente una prima faise, durante la qu·ale non erano manoate aspre polemiche e forti resi 1 stenze ai propositi dell'Amministrazione di dare un nuovo assetto urbanistico alla città. Coloro che speravano, però, in urra sollecita approvazione del Piano, dovevano rimanere delusi. Lo stesso Servidio l1a dovuto più volte spostare ìe date di presentazione ail Consigliai comunale e non perché il dibattito ne]la città si rivelava così i·mpegnato e proifìcuo da giustificare i continui rinvii, ma perché le stesse forze di centrosinistra erano divise. C'è stato addirittura un momento in cui tutto il discorso ·sul nuovo assetto urbani,stico sembrava essersi biloccato. Il dibattito nella città è stato largamente al di sotto ,delle aspettative, eppure al Piano è stata d1ata la più ampia divulgazione. La rivista dell'Ordine degli Ingegneri, ad esempio, ha pubblicato la relazione introduttiva e le norme di attuazione (specificanti la zonizzazione di massima). È stato un contributo notevole alla conoscenza del nuovo strumento urbanistico p,ropo·sto dall'Amministrazione. Il diretto·re di quella rivista, il prof. Di Stefano, nel presentare la pubblicazione ha rilevato: « Erano anni che atte11devamo questo momento che segna indiscutibilmente una svolta decisiva per l'avvenire di Napoli; una svolta che può condurre identicamente nella direzione giusta o in quella sbagliata. La 1nano, nel gioco delle responsabilità, passa in questo momento a noi tecnici, chiamati a dare un contributo specifico. Se convalideremo ciecamente soluzioni non valide, pur di avere un Piano, un qitalsiasi Piano anche cattivo, saren10 anche noi responsabili dei futuri danni che ancora colpiranno la città. Se ci abbandoneremo, invece, al perf ettismo in una onirica ricerca di soluzioni ideali, poiçhé non riusciremo a trovarle 81 - ·_ Bibliot~caginobianco \
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