Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

/ .. Giornale a più voci I pericoli per i sindacati sono due. Il primo viene da quella parte della Confindustria che sembra decisa ad adottare una linea « dura» nei confronti delle richieste dei lavoratori. Se questa concezione dovesse prevalere, il prossimo autun 1 no sarà veramente, come molti « sussurrano » a Roma, assai « caldo ». In uno scontro frontale tra in,dustriali e lavoratori, come ha giustamente scritto Eugenio Scalfari sull'« Espresso» del 3 agosto scorso, il controllo della situazione p·assereb 1 be certamente nelle mani dei « comitati di base», delle « avanguardie orp,eraie » e in genere dei grup 1pi più avventuro·si ed estremisti che cominciano a proliferare, soprattutto nel « triangolo indust1riale ». I sindacati verreb,bero allora esautorati e scavalcati da questi « movi1menti di base», e ben difficilmente, almeno alcuni settori di essi, potrebbero sottrarsi alla tentazio·ne di riprendere in pugno la situazione, inseguendo la « contestazio 1 ne » a sinistra. L'unità sindacale verrebbe lacerata allo 1ra da nuovi contrasti e, più in generale, l'atmosfera politica del paese, già oggi critica, potrebbe divenirie « rovente ». I « comitati di base», cioè la « contestazione operaia», alimentata da gruppi che provengono dal movimento studentesco o da organizzazioni di marxisti « eretici», cioè prima di tutto anticomunisti e filocinesi, costituiscono comt1nque il secondo pericolo per i sindacati, i11vista del rinnovo dei contratti di lavoro. In un recente convegno, che questi grup,pi hanno tenuto a Torino, sono già state lanciate le « parole d'ordine » per la « battaglia d'autunno»: qualunque sia la richiesta che i sindacati faranno per rinnovare i co-ntratti, i « comitati di b,ase » dovranno chieder di più. La lotta verterà sui salari, ma il suo sco,po è quello, di riprodurre in Italia un'atmosfera da « maggio, francese». Ci troviamo naturalmente di fronte ad atteggiamenti velleitari, oltre che contraddittori e, se si vuole, ancl1e anacronistici. Ma ciò non toglie che questi atteggiamenti, manifestandosi in un periodo di gravissima crisi delle forze democratiche della sinistra italiana e, piu in generale, di tutta la sinistra italiana, potreb·bero costituire la scintilla per uno slittamento reazionario. Per la costituzione del « blocco d'ordine» delle destre, palesi e nasco 1 ste, che mettereb 1 be in pericolo l'intera democrazia nel nostro paese. C'è quindi da augurarsi che in Confindustria non prevalga la « lir1ea du1ra ». E c'è da sperare che i sindacati, forti anche della nuova « credibilità» che hanno assunto -rompendo i legami con i partiti e portando, avanti un discorso unitario, siano in grado di controrlare la situazione, emarginando i nuovi teorici del « tanto peggio, tanto meglio ». Se così fosse, le scadenze di ottobre potrebbero essere un punto di partenza per i sindacati, per rilanciare, prop,rio di fronte alla crisi dei partiti laici e di sinistra, una concreta « strategia delle riforme ». Non in alternativa ad una impo,ssibile ipotesi rivoluzionaria di sinistra, ma alla concreta minaccia di involuzione verso destra che incombe sul paese. MARIO PENDINELLI 71. Bibiiotecaginobianco

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