Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

... Calogero Muscarà « perdita di funzioni autonome di un notevole numero di ce·ntri urbani di minore peso ». Onde si avrebbe che, diminu·en.do· il numero delle città, « aumenterebbe l'estensione delle aree povere e di abbandono, nonché delle aree di degrada.mento urbano e agricolo 1 » e inoltre « tenderebbero· a co·ncentrarsi ulteriorm~nte, no1 n soltanto gli insediamenti residenziali, ma anche le industrie manifatturiere e le attività te·rzi1 arie 1 »; e infine· « nelle aree di più intenso, sviluppo d,egli insediamenti si avre·b1 be un generale ,degradame·nto• dei valori paesistici del territorio » 2 • Sempre per il Progetto 80, la terapia consistere·bbe in una politica di sistemi urbani differenziata a seco,nd·a ch,e si tratti di mi,gliorare le condizioni e di conteneire l'ulteriore espansione te·rrito,riale di quelli esistenti; di creare dei sistemi urbar1i di riequilibrio potenziando e razionalizzando gli insie·mi urbani che già esisto 1 no specialmente nelle are·e adiacenti a quelle interessate .dai sistemi già esistenti; infine· di creare dei sistemi urbani alternativi nelle· are,e· affatto 1sprovviste di armatura urbana e specialmente n,el IVlezzo 1 giorno, nel Friuli e nell'Italia centrale. La pro•posta, per quanto· largamente innovativa rispetto agli orientamenti d.el piano preoedente, appare ispirata ad un disegno assai arretrato· ris·petto all'esame della questione e· alle propo,ste che Compagna aveva avuto m.odo ,di fare. già qualche anno fa 3 • Manca, prima di tutto, l'approfondimento dei rapporti che· intercorro,no· tra po1itica dei s.iste·mi urb·ani, politica regionale e politica di svilu.ppo, onde· si profila un pae1se diviso in una trentina di siste,mi urb 1 ani che configurano· delle regi·oni ben più piccole, te·rritorialm.en te, de·mografica1nente ed econo·micamente, delle già piccole regioni attuali. B·asti pensare alle oinque regioni i11glesi e alle otto francesi. PeT altro verso, m.anca o,gni approfon.dimento dei rapporti che aill'i11terno1 di ogni siste·ma urb·ano debb 1 ono· •co,stituirsi tra i diversi ce·ntri che lo· comp·ongo,no: il sistema appare come un in-- sieme differenziato di po-li, tra i qua1i no,n esiste né sp,ecializzazione né coo•r,din:amento, né integrazione né g,erarchia. E pe:r quel che riguard·a infine la periferia dell'Italia di nord-o•vest, cui si acce·nnava pre·cedente 1 mente, sì classific·ano oome grandi aree policentriche esistenti: un sistema veneto (tra Ven1 ezia· e Vicenza), un sistema emiliano~romagnolo (tra Ravenna e Bo1 logna) e un sistema della T·osc·an·a settentrionale (tra Firenze e Pisa-Livo•rno ); si progettano· due sistemi urbani di riequilibrio (Emilia occidentalle e Adige-Garda) e due si50 2 Progetto '80; Supplemento a « Mondo econom1co », 10 maggio 1969, n. 18. 3 FRANCESCO COMPAGNA, La politica della città, Laterza, Bari, 1967. Bibiiotecaginobianco

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