Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

Il problema di Venezia città non ha scelto. Tutti i flussi turistici vi si accavallano (concen- . trati per di più in poco tempo) in un·a confusione di servizi, di attrezzature, di organizzazione che favorisce la concorrenza che Mestre ese·rcita con l'offerta di alberghi e ristoranti collegati -al turismo mobile e organizzato, e quella che le vicine spiagge dell'Adriatico, con se·rvizi standard, 'a buo1 n mercato, più facili comun,icazioni, camp·eggi .e simili fanno al Li,do e alla stessa Venezia. Si finisce infatti per visitare Venezia da una qualsiasi località turistica del litorale, con. mezzi di trasporto pubblico la c·ui co·modità e velocità toglie al turista persino l'o,nere della colazione nella città storica. Certo, il turismo di Venezia h.a la sua stagio 1 ne d'oro, e i suoi ospiti di riguardo che, richiamati da]le manifestazioni di cultura dell'estate, sostengono un tipo di turismo ·assai diverso .da quello che alimenta le vicine spi1 agge. Del pari, e mentre il porto commerciale serve po·co alla regione e la funzione metropolitana regionale si spartisce tra Ve,nezia-Mestre, Padova e Verona, l'economia di Marghera si connette solo marginalmente a quella veneta. Venezia resta ancora, come giu,stamente sostiene Bruno Visentini, un feno•meno a sé, un fatto diverso rispetto alla regione, una realtà do,ve convivon·o insieme funzioni locali e funzioni internazionali. Il suo richiamo, poi travalica di gran lunga l'ambito locale, co·me prova del resto, l'inte·resse che la su,a sorte ha saputo 1 destare n.el mondo. Molte propo,ste per l'avvenire della città ne tengono conto, a cominciare da quelle che vo,gliono potenziare il turismo particolare o le peculiarità dell'ambiente per farne un centro di studi internazionali post-universitari. La scelta per il futuro com.po,rta in o,gni caso i,l rispetto .di du•e condizioni di fondo: un'economia urbana diversificata e dinamica. Ci spiegl1iamo. L'economia urbana, come e noto, tende a diventare sempre più un'economia terziaria quanto più cresce la dim-e•n,sio,nedella città. Agglo,merati di case - residenza per occup.ati nell'ind·ustria, o addirittura nel turismo• o nell'agricoltura - non co,nfigurano un ce·ntro urba,no, anche se una qualche funzione di servizio non può non accompagnare una p•opolazione a,ddensa ta. Ma i servizi di tipo urbano ri,spondono ad una logica diversa da qu,ella di un mercato di co1 nsumo di tipo elementare, come si incontra in tutti i centri, a co,minciare· dai piccoli paesi di campagna. La città serv-e i propri abitanti, ma dev.e essere in grado di servire le attività e gli abitanti del territorio circostante e ,anche tutti i suoi centri minori: si dice che è in grado ,di organizzare il suo territo,rio. L'o,rganizzazione tuttavia esige non solo l'offerta dei servizi, be·nsì anche un'attività di direzione e una pro,duzio·ne nei set .. 45 Bi~Iiotecag inobianco

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