Felice Ippolito che presupponesse ap·pun.to, come con·dizione di successo, una capacità pianificatrice all'interno dei singoli paesi 1nembri prima ancora che in sede comunitaria. Come si siano venuti grajdatamente deteriorando in Italia, dopo 1.1n'.apparente vittoria iniziale, lo spirito e le forme di att•uazione della programmazi~ne, è .•cro·naca dell'Italia politica di questi ultimi anni; a noi basti in· questa sede rilevare che l'incapacità di svolgere una politica elettronucleare che recepisse la nuova realtà tecnologica, la mancanza di contatto e coordinam-ento tra la mano pubblica e il inondo dell'industria privata almeno in questo essenziale settore, hanno rappresentato il nostro non trascurabile contributo al fallin1ento della comunità aton1ica: in mancanza di una visione ampia e chiara degli obiettivi di una politica nucleare nazionale e comunitaria, non restava evidentemente altra alternativa, all'Italia, che adeguarsi alla politica del « giusto rientro » e fame la misura della propria convenienza a rimanere nella Comunità. Verificare oggi se nella politica e nell'economia dei singoli paesi membri e di quelli che potrebbero venire a far parte della Co·munità in un futuro non lontano, esistano le premesse per un rilancio di una comunità tecnologica quale quella sancita dal Trattato di Roma del 1957, significa risolvere il ·pro1 blema della sopravvive 1nza dell'Eura to1n. P,er quanto riguard 1 a il nostro paese, è fin tro,p1 p·o•evidente che l'operazione di salvataggio è oggi impossibile, né un esame anche sommario della situazione interna ,degli altri paesi membri e dei pro~ babili candidati, a cominciare dalla Gran Bretagna, potrebbe portare a·d una conclusione più ottimistica. È necessario quindi, alla luce del fallimento della Comunità atomica, ,sottoporre a revisione anche le altre forme associative settoriali, che in qualche modo, rischiano ,di incorrere nello stesso destino, .ed adottare decisamente nuove forme collaborative, n•uovi istituti, che agevolino il progre-sso scientifico nella cultura europea. e l'innovazione tecnolo-gica nel sistema produttivo ,del vecchio 1 continente. Due sono essenzialmente gli o,rdini di problemi che si presentano• alla -cooperazione, non solo nucleare, europea. Il primo, che potre·mmo definire •di carattere istìt11zionale, attiene alla costituzione di una base gi,uridica che sostituisca q_u-ella,o·ramai irrealizzabile, della comunità internazionale. A questo fine le soluzione va11no ricerca.te più sul piano del diritto interno degli Stati che non in costruzioni di diritto internazionale·, anch.e se il sup·po,rto tecnico alla nuova legislazione degli Stati ,dovrà es•sere necessariamente fornito dall'attività collaborativa intern.aziona.le, come è avvenuto - per non citare che un ese,mpio tra i tanti - nel caso de1la legislazione 34 Bibiiotecaginobianco
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