.. Dopo il fallimento dell'Euratom Si potranno versare lacrime amare sulla mancata realizzazio 1 ne del progran1ma europeistico, che attraverso la messa a punto in comune di una nuova tecnologia avrebbe potuto costituire· un insperato incentivo allo sviluppo industriale e un'inesauribile fonte di benessere; si possono analizzare le cause storiche e politiche del fallimento, ma una cosa è soprattutto necessaria: prendere ·atto delle forze e ,delle ten,d1 enze che hanno vanificato la realizzazio 1 ne· dell'o,biettivo e a,dattarvi i modi della coo•perazio,ne tecnologica futura che pur ,dovrà continuare a svil,upparsi in Europa, pena una gen·erale obsolescenza del sistema produttivo e un irrimediabile arretramento culturale rispetto alle frontiere avanzate del sapere 2 • Se l'esperienza ·dell'Euratom ha rapp·resentato il fatto traumatizzante nel qua·dro della coo1 perazione nucleare, essa è ricca di insegnamenti anche per gli altri settori della ricerca e della tecnologia, in quanto mette in crisi un certo tipo di struttura associativa indipe,ndentemente •d·al suo contenuto tecnologico e po,ne la necessità ,di un allargamento dell'orizzonte geografico. della cooperazione europea. Infatti, svanito, o almeno rinviato di molti anni, il sogno di unificazione politica europea, che giustificava quegli embrioni di sopranazio,nali tà ·contenuti nel Trattato •di Roma, il concetto di cooiperazione tecnologica si libera di quelle im1plicazio·ni politiche che lo rendevano difficilmente accettabile al di fuori della cerchia dei Sei, e che anche all'interno di questa era la causa delle ben note riserve mentali di ognuno dei suoi membri. Con q•uesto r1on si vuole affermare che all'epoca in cui il Trattato venne concepito esso corrispo,ndesse ad una visione poco realistica del momento politico· europeo. In Francia non si era ancora manifestata l'esa 1 sperazione nazionalistica che a·vre·bbe poi caratterizzato il regime gollista; in Germania il liberismo di Erhard non era ancora ap·parso sulla scena politica ed economica a,d infirmare la fiducia in una forma asso;ciativa che implicava per sua natura un certo gra,do di dirigismo, e, co11 i promessi vantaggi di ,un mercato comune nucleare, anche la rinuncia a una quota parte di libertà decisionale nell'operatore eco·no,mico privato; in Italia, infin•e, le prime battaglie per la ,nazio·nalizzazione dell'energia elettrica e il nascere del concetto di programm·azio,ne, con tutte le prospettive connesse a q,uesti due capisaldi dell'intervento pubblico in un regime di economia di mercato•, permettevano un non ingiustificato· entusiasmo verso un'impresa internazionale, 2 Cfr. A. PAOLOTTI BIANCO, La ricerca scientifica in Europa e negli S.U.; « Le Scienze », n. 10, giu.gno '69. 33 Bibliotec ginobianco
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