Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

Giovanni Ferrara si adattano a visioni ottimistiche e superficialmente giustificazioniste, che amano irrazionalmente il vecchio o vagheggiano altrettanto irrazionalmente il nuovo, è quotidiana realtà •della storia. Si spiega benissimo come il 1 disa.gio nell'età che viviamo sia profondissimo. E di tale disagio i partiti sono testimoni;. nel b_ene e nel male. I problemi della democrazia sono concreti:· e non sono solo problemi di governo. A nessuno, per fare un esempio, interessa molto l'ovvia verità che la « città si trasforma »: su questo punto, i cittadini si dividono essenzialmente tra quelli che soffrono perché non possono edificare intensivamente sui colli ·di Fiesole, S. Domenico, Bellosgua!ìdo, Poggio Imperiale, S. Miniato, ecc., gua.dagnandoci sopra una quantità straordinaria e indubbiamente utilissima di quattrini, e quelli che soffrono perché una piccola brutta villa di periferia è stata lottizzata. Tra gli uni e gli altri c'è una enorme quantità di persone che, poco informata e comunque poco interessata, in parte subisce, in parte reagisce casualmente ed episodicamente, in parte giudica in base ai pro·pri interessi più irnmediati, in generale si o·ccupa d'altro. Il problema centrale della ,democrazia: far partecipare sempre più e meglio questa vasta massa centrale, sì che le ·due ali sensibili e contra·pposte e al limite settarie ne siano sempre più influenzate e respo·nsabilizzate, è ancor be·n lontano dall'essere risolto. Ma certo, oggi come oggi, non è lo Stato che, attraverso la sua straor,dinaria ricchezza di mezzi adatti, si ,dà veramente da fare per questa grande opera democratica: né la scuola, né i grandi mezzi di pubblica diffusione delle infor1nazioni e ,della cultura, si può dire che facciano molto per -coinvolgere la massa d-ei citta·dini nelle corresponsabilità della democrazia (e forse aspettarsi dalla burocrazia e dall'amministrazione pubblica spirito ,d'iniziativa nel cam•po della ,democrazia è oggi ancora pit1 ingenuo che aspettarsi ,dai partiti spirito d'iniziativa nel campo della moralizzazione e funzionamento dello Stato). Comunque, per guasti •ohe siano, e per quello che possono, sono assai più i partiti ad a,ssolvere questo compito, che non lo Stato. Ma tutto ciò, insomma, per dire che, se il ·disagio è profondo, se i giu,dizi acritici o ipercritici e dottrinari sono molti, se la gente tutto sommato vive una crisi e si rifiuta di sentirsela « storiciz-- zare » sulla propria pelle, se il problema ,dello Stato come Stato e della Democrazia come Democrazia e (,problema dei problemi) dello Stato Democratico, a-p-paiono irrisolti a chi ,desidera un mondo migliore, e1 b,bene, sarà opportuno da parte di chi è culturalmente un poco avvertito, e politicamente alquanto sensibile, essere più 26 Bibiiotecaginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==