' Strutture territorìali e programmazione di riferimento da tenere costantemente presenti nel co·rso del processo pianificatorio, come le ,più idonee a costituire una base territoriale per l'o,rganizzazione dell'attività economica co-nsiderata nel suo insieme. Tale necessità può confrontarsi facilmente con quell'altra, che induce a disti·nguere settori diversi di attività nell'ambito di un sistema ·economico stu1 diando S•eparatamente i caratteri del processo produttivo relativo a ciascuno di essi e passando poi a considerare i rapporti di interdipe·ndenza tra i settori che 1si è ritenuto utile individ1.1are. Nello stesso mo,do, al di là delle ripartizioni territoriali in·dividuate per aspetti e scopi particolari del processo pianificatorio, si afferma l'utilità di servirsi di una struttura territoriale generale di riferimento, allo scopo di studiare il processo produttivo svolto all'interno di ciascuna unità in,dividuata e i rapporti di interdipendenza tra i processi pro,duttivi relativi ad unità diverse. Il nostro richiamo alla necessità di considerare nuove unità territoriali di riferi,mento per il processo di pianificazio,ne economica può risultare ingiustificato e forse inopportuno a chi abbia presente la struttura regionale perfettamente ,definita che la pianificazio,ne italiana ha già riconosciuto come struttura territoriale portante del nostro sistema . economico. In effetti, non è intenzione di chi scrive p·roporre una revisione dei confini regionali esistenti, ben sapendo quanto assurda e irrealistica sia una p,roposta di questo genere, anche se in alcuni casi una correzione ,dei confini regionali sarebbe possibile ed estremamente opportuna. È nostra opinione, invece, che potrebbe risultare molto utile affiancare alle regioni italiane ripartizioni territoriali individuate in funzione delle esigenze del p·ro,cesso di pianificazione economica. L'esistenza di tali rip·artizioni, oltre a costituire un punto di riferimento per il piano eco·nomico nazion•ale, potrebbe indurre le regioni a collaborare in fase di stesura del piano economico regionale e a promuovere degli accordi su base interprovinciale o intercomunale. Di conseguenza riteniamo 1 utile illustrare, con qualche accenno alla situazione italiana, due tipi di unità territo,ri,ali che a nostro avviso costituiscono i p·unti essenziali a cui la pianificazione economica dovreb·be fare riferimento. Le idee qui esposte, pur traendo lo spunto dal nostro studio sui metodi di delimitazione regionale che abbiamo richiamato precedentemente, si inseriscono, in una discussione che negli ultimi tempi è andata sviluppan-dosi con enfasi crescente nel nostro p,aese 2 • 2 Cfr. F. COMPAGNA, L'Europa delle regioni, ESI, 1964 e i numerosi articoli sull'argomento apparsi in « Mondo Economico», 1968-1969. 191 Bibliotecaginobianco
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