Un'urbanistica per la Regione Ma il p1rimo p·asso da fare per mettersi nelila condizione di programmare efficacernen 1 te opere e servizi p1 ubblici, lo Stato deve farlo in sede d,i a·ccertamento deì bisogni collettivi e dei tempi e dei modi della loro esp1 ansione in conseguenza dello svrlup 1 po economico. Qualcosa si è fatto in questo sen1so, gli autori dei do-cumenti della Programmazione hanno il merito di avere avviato questo accertamento. Ma l'i,nventario dei bi1 sogni collettivi deve essere aderente alla realtà del paese nelle sue diversificazioni territoriali: non lo è ancora. È necessario poi che l'inventario non sii traduca i,n una p,roposta di spesa pubblica il cui volume ecceda le possibilità del sistema economico in un dato periodo. Di qui l'oppo 1 rtunità che spetti al Parlamento· la determinazione del livello globale dei consumi p11bblici rispetto a quelli privati. Intanto il Programma economico nazionale defiilJisce quale deve essere i1l volume co-mplessivo della spesa pubblica e quali devono essere le p1 1:1iorità fra i diversi settori di i1 ntervento. Ma le in,dicazioni del Programma sui singoli settori e sui criteri di ripartizione geografica delle spese sono molto vaghe. Per la rip·artizione geo,grafica della •spesa si attendevano i piani di di sviluppo, regionale elaborati dai CRPE. Ora, secondo un'i11terpretazione restri,ttiiva del decreto che nel 1965 li chiamava in vita, i CRPE avrebb·ero ,dovuto limiitarsi ad integrare il Programma nazionale di tutte le indioazioni mancanti. e ad identificare gli ostacoli che a livello regionale poitessero impedire il raggiungimento di certi standar·ds, come suol dirsi, di attrezzature e di servizi, standards fissati co,me obiettivi di politica eco,nomica e sociailie ,del Programma nazionale . . C'eiia poi, e c'è, tuttora, un'interp 1 retazione p1 iù esten,sd.va dei co,mpiti assegn,ati ai CRPE: la redazione di un piano di svillllppo regio1 nale on•de ciascuna Regione possa d·efinire in modo autonomo le sue finalità e il suo pos,siib1 ile ruolo neLl'ambito, dell'eco 1 nomia itali 1 ana. Di fatto, ha preval·so l'interpretazio,ne più estensiva. Ma proprio perciò la somma del1 le p,revisa.o,ni di spesa pubblica fo1 rimulate dai piani regionali va molto, al di là della somma prevdsta dal P·rogramma nazio,nale e so~ prattutto va ben oltre le po1 ssibilità effettive del nostro sistema economico. Il fatto, è che i piani regio,nali so,no, elenchi di necessità e non scelte di priorità. Co,me del resto eiìa prevedibile. Tuttavia questo· bilancio d:ei CRPE non ci ,deve indurre ad un facile pessimismo sul ruolo che le Regioni potranno avere, di inte,rlo-- cutori del.la Pro1 grammazio 1 ne. La stessa esperienza ·dei CRPE ha avut.o asp1 etti p1ositivi e non so1 lo co1 m1epresia di coiscieil1Ja dei p1 roblemi e co,me loro ·collocazione in una p,rospettiva regionale, ap,punto, !Ila anche co1 me primo a1 pproccio a quell'inventario dei bis~gni, che è il p1 rimo p·asso p1 er 183 Bibiiot~caginobianco
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