Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

.. Enrico V i tiella Ci sono altri fatti che, inseriti in un certo contesto, assumono un preciso significato di dissenso. Ci riferiamo alla decisione di Mosca di rinviare all'autunno la firma, prin1a fissata per il 15 luglio, del patto di amicizia e cooperazione co11 la Ron1ania ed alla assenza « ingiustificata » di tutti i big dell'Europa orientale al congresso del PCR, apertosi a Bucarest il 6 agosto. Con1e è r1oto, infatti, l'Unione Sovietica, imitata da tutti i suoi vicini, ha inviato una delegazione guidata da un personaggio di secondo piano, I<.onstantin Katuscev, i cui meriti sono essenzialmente collegati alla liquidazione di Dubcek. Il fatto è ancora più significativo, se si considera cl1e nessuno dei leaders era in quei giorni trattenuto da altri impegni e che, anzi, Kossyghin, non senza una certa ostentazione, si recava co11temporaneamente a trascorrere le sue vacanze in Ungheria. È difficile dire se l'avvicinamento romeno agli Stati Uniti sia un passo verso la neutralità·, anche perché i condizionan1enti del blocco sono ancora n1olto forti. Certo è cl1e il prestigio della Romania, affievolitosi dopo la conferenza di Mosca, si è nuovamente rafforzato. Non è pensabile che, qualora fosse minacciata dall'URSS, la Romania possa contare sull'aiuto concreto degli americani, ma non c'è dubbio che una mossa sbagliata da parte di Mosca nei confronti di Bucarest pregiudicherebbe i tempi e i contenuti del negoziato che i sovietici vogliono aprire con gli Stati Uniti. Di q11esto, i dirigenti del Cremlino sono consapevoli e ne terranno giusta considerazione nella loro azione futura. Così, Ceausescu, senza dover riparare sotto l'ombrello di Nixon, si è procurato una formidabile garanzia contro le invasioni, per portare avanti, con un buon margine di sicurezza, il processo di emancipazione dall'URSS e riuscire, alla fi11e, là dove Dubcek ha fallito. ENRICO VITIELLO 180 Bibiiotecaginobianco

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