Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

Ceausescu e l'on1brello di Nixon Ma è chiaro che Mosca avrebbe tutto l'interesse ad arrivare alle trattative in posizioni di forza, alla testa di u11 blocco compatto, per trattare a nome di tutto il campo socialista. L'iniziativa della Romania, invece, indebolisce il prestigio dell'URSS e ne compromette il ruolo di « superpotenza ». D'altra parte, gli americani, che stanno subendo una perdita d'influenza nel settore asiatico, aderendo all'invito di Ceausescu, hanno voluto sottolineare che anche l'URSS, a sua volta, sta subendo una perdita d'influenza nel settore est-europeo. In tal modo, gli americani premo110 su Mosca al fine di affrettare i ten1pi del negoziato, consci delle difficolta in cui si dibatte l'avversario. In questo senso, lo stesso Nixon è stato abbasta11za esplicito, quando, parlando a Bucarest, ha dichiarato di essere flessibile sui metodi del negoziato, ma di respingere le polemicl1e propagand.istiche, poiché gli Stati Uniti, più che un'atmosfera distensiva, cercano la sostanza della distensione. Nel caso, però, che i sovietici non corrispondano alle attese degli americani, non è da escludere che questi compiano nuovi passi in direzione di altri paesi comu11isti, al fine di stimolare i processi di autonomia nazionale. In questo modo, essi potrebbero creare dei condizionamenti per l'URSS all'interno stesso del blocco, per costringerla, dopo averla indebolita, a trattare. Ed il disegno, nel caso molto improbabile che l'URSS dichiarasse la sua indisponibilità per u11a trattativa a breve termine, potrebbe anche riuscire se, come sembra, la fronda comunista è destinata ad estendersi, sia p,ure nei ten1pi lunghi, ad altri paesi, come l'Ungheria e, incredibilmente; alla Germania orientale. Nel viaggio di Nixon, molti ha11no visto anche l'occasione per riprendere il dialogo con la Cina, dati i buoni rapporti che legano Bucarest con Pechino. L'ipotesi non è inverosimile, poiché il segretario di Stato americano, William Rogers, nel recente viaggio in Asia, pur ribadendo la posizione an1ericana verso la Cina nazionalista, ha mostrato una certa apertura nei confronti di Pechino (aus·picando l'avvio di colloqui, il cui oggetto potrebbe essere l'instaurazione di rapporti commerciali e i mezzi possibili per ridurre la tensione fra i due paesi. Anzi, l'ipotesi sembrerebbe rafforzata dalla recente decisione del governo americano di ridurre le restrizioni ai viaggi in Cina e all'acquisto di. prodotti cinesi da parte di turisti americani. Il provvedimento, nonostante i limiti oggettivi, - riguarda solo sei categorie di cittadini e non contribuisce all'avvio di norn1ali rapporti commerciali fra i due paesi -, da un lato potrebbe rassicurare i governanti di Pechino che il viaggio di Nixo11 in Asia non va considerato in funzione anticinese, anche se i discorsi del preside11te so110 stati abbastanza espliciti circa il « pericolo giallo », e dall'altro lato, offrendo una prova di buona vo177 Bibiiotecaginobianco

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