Enrico Vitiello in prospettiva, al capitalismo. Al di là della spregiudicatezza e della volontà di apertura dei dirige11ti rumeni, l'invito a Nixo11 appare determinato da un fatto ben preciso: la confere.nza di Mosca. Per lungo tempo i ru1ne11i aveva110 lasciato in_ dubbio la loro partecipazione. Cl1iedevano, i11fatti, garanzie precise che la conferenza non pronunciasse condan11e né scomunicl1e contro chicchessia e, non avendo ottenuto impegni formali in tal senso, la loro partecipazione alla conferenza era stata i11terpretata da taluni come un segno di cedimento alle richieste dell'URSS. !vla, in verità, come i fatti avrebbero poi dimostrato, si trattava solo di un ripiegamento tattico. Che i rumeni mantenessero intatta la loro « grinta », a dispetto delle previsioni, lo dimostrò Ceausescu, quando, per i11iziativa del rappresentante del Paraguay, probabiln1ente istigato dai sovietici, si aprì la polemica anticinese. Pacatame11te e senza minacce ( « noi pensiamo che, se questa via sarà continuata anche da altri paesi, si aprirà un corso pericoloso per il successo della nostra conferenza >>), il leader rumeno invitò i presenti ad attenersi al tema della conferenza - la lotta all'imperialismo. Ma il suo appello 11011veniva accolto e la requisitoria contro la Cina riprendeva con1e se Ceausescu non avesse parlato. A differenza, però, di quanto era accaduto un anno prima, a Budapest, quando avevano abbandonato la riunione preparatoria alla conferenza per protestare contro le critiche che il delegato siriano aveva rivolto alla loro politica estera, questa volta i rumeni restavano al loro posto. I ·motivi li avrebbe spiegati Ceausescu ad apertura del suo, intervento: « la direzione del nostro partito ha deciso di continuare a partecipare alla co11ferenza, per esporre la nostra posizione sui problemi affrontati, per fare tutto il possibile affinché questa conferenza, i documenti cl1e si approveranno, corrispondano all'obbiettivo stabilito e non portino, al tempo stesso, all'approfondimento delle divergenze ». Il discorso avrebbe 1nesso in luce diversi punti di divergenza con le analisi che facevano i sovietici e i partiti di stretta osservanza mosco-- vita. Da segnalare, tra l'altro, un attacco, appena celato, alla « dottrina Brezhnev », quando si diceva cl1e « la sovranità dei paesi socialisti non può, in nessu11 modo, essere in contrasto con l'internazionalismo socialista; al contrario è u11a condizione essen.ziale per il rafforzamento della solidarietà fra i paesi socialisti ». Quando, poi, alla fine dei lavori, si trattò di votare la risoluzio11e finale, i rumeni dichiararono di non essere soddisfatti del docun1ento, poiché esso sopravvalutava la capacità degli imperialisti di dividere il movimento co1nunista internazionale e attribuiva le diverge11ze esistenti al suo interno all'attività dell'imperialismo. Nonostante, però, avessero espresso delle riserve e que174 Bibiiotecaginobianco
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