Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

.. Ceausescu e l'on1brello di Nixo11 sessione dell'Assemblea generale dell'ONU (e si parla di Manescu come successore di U Thant). Ultimamente, la Romania ha rilanciato la proposta di u11 patto di sicurezza europeo, facendosi parte attiva di quell'appello di Budapest, col quale i paesi del Patto di Varsavia invitavano i paesi occidentali ad esaminare la possibilità di convocare una co11ferenza al riguardo. L'i11teresse della Ro1nania per questo problema trova conferma indiretta in altre iniziative, che pur non avendo carattere ufficiale, rappresentano, tuttavia, un valido punto di riferimento, in quanto « autorizzate » dal Partito. È così che, mentre a Mosca i lavori della conferenza con1unista volgevano a termine, a Snagov, una località a pochi chilometri da Bucarest, giova11i di quasi tutta l'Europa, in rappr~sentanza di movimenti di diverso orientamento ideologico e politico, discutevano circa « il ruolo e il contribL1to dei giovani alla creazione di un clima di pace e di sic·urezza i11Europa ». E non era del tutto casuale che, mentre a Mosca gli anziani del partito, impegnati in un difficile confronto con l'URSS, sosteneva110 la necessità di migliorare i rapporti anche con i paesi capitalisti, a Bucarest i giovani dell'U.T.C. mettevano i11pratica q11elle proposte e avviavano il dialogo coi loro colleghi occidentali: un dialogo che, in verità, i sovietici e i dirigenti delle altre organizzazioni ortodosse, guardavano col malcelata diffidenza. Più recente è il colloquio orga11izzato, sen1pre a Bucarest, dall' Associazione di diritto inter11azionale e relazio11i internazionali, s11l teina « Lo sviluppo della cooperazione tra gli Stati europei - premessa alla creazione di un clima di pace e di sicurezza in Euro1Ja », al quale sono intervenuti studiosi di tutta Europa, ad eccezione di Albania, Grecia e Portogallo. Pur non tratta11dosi di un'iniziativa governativa e pur avendo carattere « scientifico », il colloquio si è dimostrato ugualmente importante, per la partecipazione di politici quali il vice ministro degli Esteri, Militza, e il primo ministro Maurer, che l1a aperto i lavori. Anche in questa occasione, i rappresenta11ti rumeni si sono distinti, sostenendo una concezione più attiva della distensione che, oltre a portare alla dissoluzione dei blocchi, assicuri la << diversità » al loro interno, e avanza11do, i11sieme ad altri, la proposta di stabilire un controllo sui movimenti di truppe e sulle esercitazio11i militari, segno che non si sentono del tutto a riparo da un eve.ntuale « aiuto frater110 » del Patto di Varsavia. È in questo contesto che va inquadrato il viaggio di Nixon, se s~ vuole evitare l'errore di quanti hanno visto nell'avvenimento il segno di una presunta involuzione ideologica romena, interpretando· l'avvicinamento dell'Occidente come u11a preme~sa per il ritorno, sia pure 173 Bibliotecaginobianco

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