E'nrico Vitiello interno: non è da escludere che l'emancipazione nazio11ale sia vista anche con1e premessa ad un processo di revisione del sistema. E poiché l'esperienza cecoslovacca insegna che l'URSS non è disposta a tollerare le trasformazioni politiche, la preoccupazione primaria del leader romeno è quella di rafforzare con ogni mezzo l'autono,mia e la sicurezza nazionale. In un certo senso, quindi, la con1ponente 11azionalistica, presente nella politica estera rume11a, sembra giustificabile. Nel paese, non solo è vivo il ricordo, ma ancora si sentono le conseguenze dello sfrutta1nento economico cui l'han110 sottoposto i sovietici negli anni bui di Gheorgl1iu-Dej. Così pure, ci sembra che il carattere « nazionale » del comunismo rumeno sia la risposta alla visione distorta dell'internazionalismo proletario, di cui l'Unione Sovietica ha dato, ripetutamente, prova. Senza considerare, poi, cl1e l'esaltazione del sentimento nazionale gioca un ruolo estren1amente importante anche all'interno del paese, poiché è l'unico 1 elemento che riesca a galvanizzare l'intera O•pinione pubblica, con1presi i « tiepidi » e fina11che gli « scontenti ». Negli ultimi ten1pi, la Roma11ia ha accentuato la sua autonomia di giudizio ed è andata attuando una politica estera sempre più dinamica e spregiudicata, come dimostrano le numerose prove di « anticonformismo » e le diverse iniziative di cui si è fatta promotrice. Nei confronti del conflitto cino-sovietico, la Ro1 mania non solo non ha mai condannato i cinesi, ma ha sviluppato i suoi traffici co1nmerciali con la Cina e, unico fra i partiti comunisti dell'Europa Orientale, ma11tiene rapporti « corretti » col P.C.C. E così, in occasio11e dell'ultimo Congresso, i co1nunisti run1e11i hanno inviato ai compagni cinesi u11 messaggio di felicitazioni, in cui si esprimeva il convincimento che i rapporti fra i due P.C. e le « amichevoli relazioni » fra i due Stati avrebbero continuato a svilupparsi. La Romania, inoltre, riconosce, a differenza degli altri paesi co1nunisti, la Germa11ia di Bonn, con la quale intrattiene regolari relazio11i diplon1atiche e verso cui dirige una no, tevole quota delle sue esportazioni. Il P.C.R. si è differenziato dai partiti fratelli anche i11 occasione della guerra dei sei giorni fra arabi e israeliani; Bucarest si rifiutò di rompere le relazioni con Israele, ancl1e allo scopo, evidentemente, di non compromettere i fiorenti scambi commerciali con quel paese. Significativa, i11fine, l'adesione senza riserve al trattato di non-proliferazione delle aiimi atomiche. Tutti questi fatti hanno contribuito a creare l'immagine di una Romania abbastanza autonoma e indipendente dal blocco comunista, da ·meritarle riconoscimenti internazionali, come l'elezione, nel 1967, del ministro degli Esteri, Cor11eliu Manescu, a presidente della XXII 172 Bibiiotecaginobianco
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