Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

.. Rocco Palestra per chi resterà sulle terre alte solo quando non ci sarà più nes,suno. Tra l'altro· quando. si poiteva, e non è argomento di scarso, rilievo, per il Mezzogiorno, accrescere la qL1a11tità di conoscenze di base per una rigo1gliosa ri,presa della silvicultura nel lv1ezzogiorno, mediante l'istituzione di una seco,nda Faco,ltà di Scienze Foi:estali,· questa è stata ubicata a Padova. Vi sono ragio,ni o,biettive perché finalmente si pensi in maniera adeguata a promuo,vere concretan1ente lo sviluppo collinare, per passare dalle parole e dai co,11vegni ai fatti. Angerio Filangieri i,llustrò il problema del « paese alto, », su questa stessa rivista ( « Nord e Sud », marzo '66 ). Scrisse Filangieri: « considerando d'altra pa1 rte che i processi d'inurbamento delle po·polazioni agricole sono ,dei fenomeni poco reversibili, se il consolidamento dell'economia collinare e montana tarderà troppo a venire, sarà impossibile ricosti,tuire una compagi11e sociale n-elle dette regio,ni, anche qualora si assicurassero ai suoi abitanti redditi soddisfacenti ». Non c'è che da sottoscrivere. Il prof. Bandini, in un discorso agli agricoltori ( « Italia Agricola », gennaio '67) fu del parere che « l'alta collina e la montagna . . . certamente non decado·no· e non debbono decad,ere, ma . . . si adattano ad una nuova situazione più logica di quella di una volta, che pretendeva di fare di tali difficili territo,ri palestre d'intensificazione tecnica fuori luogo ». Ma è una visione ottimistica. La situazione no,n fa che peggiorare, cominciando dalla quasi totale sparizione dell'artigianato, non ostante tutti gl'i11centivi di su,ssidi a fondo perduto, e p·restiti agevolati per acquisto di 1nacchine utensili. Ed in agricoltura quelli che resistono sono i vecchi, che, incap·aci di adattqrsi ad altri luoghi ed ad altri lavori, non possono cl1e co,ntinuare nel mestiere di sempre. Filangieri offre due argomenti che danno, da p·ensare e ,che dovreb,bero essere presi nella con,siderazio,ne che meritano. In primo luogo, l'entità della produzione lorda vendibile collinare nel '61 : 1.541 miliardi di lire, cifra di poco inferi ore alla metà di quella n·azionale (3~820 mil_.). Q11esto ammo,nta,re, anche se ap1 pare modesto rapportato ad ettaro ed abitante, è certo notevole e sarebbe poco saggio ridurlo o,ltre certi limiti. Anzi, se teniamo· conto della situazione nazionale e mondiale, occorrerebbe promuovere la produzione nel settore agricolo collinare, sia in senso assoluto., sia in rap·p·orto• agli ettari coltivati e al numero degli abitanti. Temere surplus di produzio,ne agrico,la significa di,sco,noscere la situazio 1 ne alimen,tare· nazio,nale. Ha scritto René Dumont nella sua prefazione al libro Nous allons à la famine (E,d. du Seui 1 l): « Avevamo dunque sin dal 1959 pre158 Bibiiotecaginobianco

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