Rocco Palestra In Francia si con1.inciò a pensare al riaccorpamento sin dal 1918, a11no a cui risale la ,prima legge sull'argon1e11to, modificata successivamente nel 1926, nel 1935, nel 1939 e poi ancora nel 1941. Nel 1935 il lavoro di ricomposizione era stato portato a termin.e su 1.753.000 ettari ( « Rivista •d'Economia Agraria », II, 4, 1955).. E tuttavia i francesi 110n si sono dichiarati soddisfatti ma hanno escogitato un nuovo incentivo al riaccorpamento. Con l'ordinanza n. 67/825 del 23 sett·embre '67, pubblicata sul Giornale Ufficiale della Repubbilica, -si co11cede « una pensione vitalizia, che no1 n abbia il carattere di ·completamento ,di pensione, agli agricoltori che ces-sano1 la loro attività O· cedono le loro aziende nelle condizio,ni che favoriscano il riordino fondiario, nei casi in cui l'azienda è situata in una zo,na di prevalente eco1 nomia rurale ». Anche i11 Germa11ia ed in Ola11da c'è una legislazio,ne alla cui base v'è la preoccupazione di ridurre il numero dei proprietari mo1 lto piccoli. Lo si voglia o, no,n, questo, del riaccorpa1nento è il problema principale della econo,mia agricola colilinare. Non è certo agevole provvedere e soprattutto, no,n lo si può fare con rapidità, perché si tratta di un pro·cesso lento per natura. Ma se non ci si ·mette d'impegno non s'arriverà mai ad un risultato, sia pure parziale. Oggi sarebbe necessario un nuovo studio per accertare la realtà della frammentazione delle terre, soprattutto in alta collina, dove il riaccorpamento è più urge11te. C'è poi la questio,ne dei de111a11iqt1otizzati, che non è affatto di piccole dime11sio1 ni: nel solo comprensorio di Bonifica Montana dell'Alta Irpi11ia, un decimo della proprietà coltivata è costituita da questa massa di fazzoletti di terra. Se la gente deve restare in co,llina, potrà farlo solo a certe precise condizioni; ed l1na di queste è no·n solo· possedere la terra, ma possederne tanta da costituire aziende sufficientemente an1pie per consentire una vita decente. Questo è il nodo centrale dell'agricoltura co1 l1 linare, con1e del resto dimostra110, le aziende collinari della Rifo1 rma Fondiaria in Puglia e Lucania. È del resto l'unico mo·do di sviluppo.re l'attività cerealicolo-p·astorale, cl1e alla fine dei conti sarebbe nell'interesse de1le pianure mandare avanti. Per quanto l'esposizione sia stata rapida, si può da quanto abbiamo detto desumere che alla do,n1a11da « a quali condizioni resteran110 gli uomini sulle colline? », no11 v'è stato, fino,ra, nernmeno un tentativo di risposta pratica, no,nostante i convegni dedicati al problema (due anni ,or so,no ve ne fu uno ad Avellino, e lo scorso am10 un altro a Palermo). Pure, qualche anno, fa, furono pronunciate parole gravi. Paolo Vicinelli, allo,ra Capo dell'Uftìcio Agrario della Cassa, al XX Co,ngresso 156 Bibiiotecaginobianco
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