Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

Argon1enti di persone; un 01 biettivo al quale, in questo Mezzogiorno d'Italia e di Europa, dovremmo essere tutti particolarmente sensibili e che, per dirla con un aforisn10, è la fine della « ruralità ». Quest'espressione che, in tempi non lontani, è stata oggetto di una retorica falsa e magniloquente - una retorica che nascondeva sotto l'orpello della « sana civiltà rurale » il rifiuto del progresso econo-mico e sociale - significa in realtà una condizione di riconosciuta inferiorità dei rurali rispetto agli altri cittadini. Le stesse istituzioni - la scuola rurale, la farmacia rurale, ecc. - esprimono in sostanza u11a disparità di fatto rispetto alle scatenate analoghe istituzioni non rurali. In fondo la causa occasio 1 nale degli episodi di Battipaglia o di Castelvolturno risiede in fatti contingenti di natura economica; ma questi fatti trovano la loro lontana origine nella permanente condizione di inferiorità del mondo contadino. Sono esplosioni di rabbia, che rassomigliano più a quei « tumulti plebei senza capo né coda » di cui scrive Croce, che non a un conflitto sindacale del nostro tempo. La Commissione ha ritenuto che i provvedimenti previsti « devono essere oggetto di un ampio dibattito (e pertanto) li inserisce in un Memorandum, piuttosto che presentare direttamente delle proposte ai sensi del Trattato di Roma ». La Commissione « darebbe prova di un'imperdonabile negligenza se non si ponesse in una prospettiva che va oltre l'mmediato futuro. La nostra società è in rapido mutamento. Il ritmo dell'evoluzio 1 ne industriale e tecnica è estremamente rapido. Gli agricoltori devono recuperare uri considerevole ritardo ... non c'è tempo da perdere » 7 • Ci sia consentito aggiungere che non c'è tempo da perdere, a11cl1e perché se la CEE sarà « rilanciata >) ed allargata, nei pro,ssimi an11i, molto probabilmente la riforma delle strutture agrarie cederà il passo ai nuovi problemi di mercato e l'importanza degli squilibri territo,riali scolorirà rispetto alla più vasta integrazione economica dell'Euro,pa. FILIPPO SCALESE 7 Dal Memorandum sulla riforma, cit. 145 -~_ibliotecaginobianco

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