Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

' Argo111eriti · Il 1neridionalismo degli anni '70. - Come abbiamo avuto occasione di scri,rere su questa rivista 2 , l'esodo agricolo dipende dalle possibilità cti occupazio,ne degli altri settori economici, ossia, sostanzialmente, dipende dal livello di industrializzazione raggiunto; e quindi la trasformazione delle strutture agrarie è possibile solo quando si sia data possibilità alla popolazione agricola di « uscire » dall'agricoltura. Naturalmente il fenomeno è molto diverso - ed è questo il punto decisivo - se le poiSsibilità di occupazione esistono nelle stesse zone dove l'esodo avviene - nel qual caso si ha un rafforzamento ed un miglioramento delle strutture territoriali - oppure se tali probabilità esistono altrove, nel qual caso il « benefico » esodo agricolo degenera in « dannoso » esodo rurale, impedendo ogi1i eve11tuale futuro sviluppo. È stàto autorevolmente affermato, durante un recente convegno 3 che il meridionalismo è passato dal « pessimismo geografico » di Giustino Fortunato - la povertà delle regioni meridionali, lo scarso valore e la difficile utilizzazione delle risorse - ad una seconda n1aniera « sociale », quella di Salvemini, Gra·msci, Dorso - l'antagonismo dei rapporti sociali nelle ca,mpagne reso più acuto dallo squilibrio tra risorse e popolazione - ed ancora ad una terza maniera « economica » di Saraceno e della moderna teoria dello svilup,po economico, per la quale, ponendosi nella giusta evidenza il predomi11io dell'agricoltura nell'economia meridionale, la soluzione del problema poteva venire solo da un processo di indu,strializzazione. Con ciò veniva a porsi « il formidabile interrogativo sulla localizzazione dei nuovi posti ,di lavoro; se prevalentemente nelle zone ad alto grado di concentrazio,ne delle attività produttive, o se, prevalentemente, nelle zone in fase di sviluppo» 4 • È stato questo il tema di fondo di tutti i dibattiti sullo sviluppo economico in Italia durante gli ultimi venti anni: l'efficacia dei vari tipi di incentivi posti in essere per agevolare la trasformazione della sCY cietà quasi esclusivamente agraria del Sud in una società in·d,ustrializzata; le valutazio,ni contrastanti sull'ampiezza e la validità della riforma agraria; le ,dispute sui tempi di attuazione (i tempi « lunghi » e i tempi « brevi » degli anni ses,santa); i dissensi sui modi e sulle dimensioni dell'intervento straoridinario della Cassa; ed infine i p,rimi incerti passi 2 F. ScALEsE: L'intervento pubblico nei territori di sistemazione, « Nord e Sud», ottobre 1968. 3 M. Ross1-D0RIA: Relazione al convegno della Fondazione Einaudi di (Torino· 1967) pubblicata nel volume Nord e Sud nell'economia e nella società italiana di oggi (Torino 1968), che di tale convegno raccoglie gli atti. 4 « Realtà del Mezzogiorno », editoriale del nun:iero di maggio 1967. 139 Bibl iotecag i nobianco

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