Filippo Scalese Altri, ancora, elogia110 ampiamente il progetto di riforma, per concludere poi che esso è inattuàbile, o almeno non attua.bile in un periodo di tempo così breve qual'è l'arco di un decennio; oppure non attu,abile senza profo 1nde modificazioni che tengano co1 nto della realtà e dei numerosi interessi con .i quali, inevitabilmente, il progetto dovrà misurarsi. Spesso però questi dubbi e queste perplessità derivano da obiezioni, o difficoltà, che riguardano problemi marginali, o locali, o comunque strettamente specifici. Ora, questi problemi vanno naturalimente esaminati, ,dibattuti, chiariti, purché non si perda di vista il discoTso generale. Vogliamo •dire che è certamente compito degli esperti individuare e dibattere i vari aspetti di un problema, per consentire la scelta della soluzione più conveniente - o di qt1ella maggiormente aderente alla realtà del momento - tuttavia restringere il dibattito a fatti secon·dari, inciampare in ostacoli di dettaglio, significa sostanzialmente voler far torto 1 allo spirito del Memorandum. Infine, talune esp·ressioni usate ed uri certo linguaggio « di fondo » ci autorizzano a suppo,rre che gli effetti del Memorandum sullo, sviluppo economico generale non potevano emergere nella giusta evidenza a causa della tendenza piuttosto diffusa a concepire la programmazione economica come fatto tecnico: una programmazione, cioè, che non impegni, o quanto meno non orienti le forze economiche del paese verso gli obiettivi prescelti, ma piuttosto si limiti a registrare gli avvenimenti se non addirittura a subirli. Infatti la frammentarietà delle argomentazioni, lo sminuzzarsi della discussione su fatti e particolari di ordine tecnico, o istituzionale, o giuridico, dimostrano che no1n si tiene conto o non si vuole tenere conto, che problemi di tal natura trovano in genere sempre una soluzione, purché vi sia, a ~onte, la volor1tà politica di risolverli. A nostro avviso, il progetto « Agricoltura 80 » e un grosso fatto politico, che può avere rilevanti conseguenze sull'avvenire dell'Europa. Anche limitando l'esame al solo aspetto economico, diremmo che il Piano Mansholt è qualcosa di piì1 di un progetto di riforma delle strutture agrarie, per quanto vasta ed ambiziosa essa possa essere; ed aggiungeremmo cl1e il Piano può essere utile per l'Italia, non tanto perché mira a sanare gli squilibri settoriali che nel nostro paese sono più gravi che altrove, quanto perché, nonostante le sue spiccate caratteristiche di documento agricolo, la sua importanza travalica il settore dell'agricoltura, interessando l'intero sviluppo economico italiano. In particolare il Piano ha grande rilevanza per il problema più antico e drammatico della nostra storia unitaria: la questio 1 ne meridionale. 138 Bibiiotecaginobianco
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