Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

Roberto Sciacchitano tra paesi anglosasso,ni e noi, esse non appaiono poi così rilevanti co,me farebbe pensare una osservazione sup,erficiale e 110n meditata. D'altra parte, la traslazio·ne di peso di un sistema del tutto diverso dal no,stro in Italia creerebbe dei difficili pro,blemi di adattamento, mentre gli stessi risultati sostanziali p·o)sso,no,essere raggiunti adoperando gli strumenti qui esistenti, e correggendo,li 01 pportunamente, O'Ve del caso, senza giungere ad una trasformazione totale. Inoltre la proporzionale, pur rimanendo un meto 1 do elettorale, e non essendo, quin,di in.so,stituible, p,erché rappresenta una fo,rma e non un contenuto, si aggancia direttarnente alla impostazione fo1 ndamentale della nostra Costituzione, cioè ai valori di lib·ertà, democrazia, uguaglianza che rappresentano ben più di una forma di legge, assurgendo a programma politico dello Stato italiano con,temporaneo•. Tutta la Costituzione è dettata per l'attuazione di tali principi fondamentali; gli articoli 3 (uguaglianza dei cittadini, quindi a·nche degli elettori), 48 (voto uguale per tutti), 56 e 58 (suffragio universale) sono le premesse dirette del sistema pro.porzionale. Tuttavia anche qui occorre distinguere l'essenziale dall'accessorio. È essenziale che la maggioranza dei voti corrisponda alla maggioranza parlamentare, e la minoranza dei voti non venga sacrificata; è inoltre essenziale che ogni gruppo abbia un peso effettivo nella vita politica proporzionato al proprio seguito elettorale, perché ogni alterazione sarebbe ingiustificata. Ma le mo,dalità tec11iche p,er realizzare tale risultato possono certamente variare. Non sembra però risponde11te alla nostra Costituzione quanto può accadere in altri paesi (fra cui proprio quelli anglosassoni), do•ve alla maggioranza dei voti può corrispondere per ragioni contingenti, do,vute al meccanisn10, eletto·rale, la minoranza in Parlamento (anche perché la teo•rica predeteriminazione astratta della legge può in pratica coprire invece accorgimenti rivo,lti a conservare intenzionalmente determi11ate posizioni di potere, anche contro la volontà della maggiora11za degli elettori). Ecco, tra l'altro, una co·nsiderazione che viene a te1np,erare di molto l'entusiasmo per il sistema bipartitico. Certo, si potreb,be realizzare un bipartitismo che non premi nessuna minoranza; si potrebbero assegnare in maniera fissa., ad esempio, due terzi dei seggi alla maggioranza reale ed 11n terzo alla 1ninoranza, assicurando così il bipartitismo da un lato e la stabilità ed incisività dall'altro. Ma tale soluzione può rap·presentare una ingiustificata salvaguardia per la maggio 1 ranza e minoranza esistenti al mo,mento della introduzione del sistem·a, impedendo il sorgere di nuo,ve, diverse mino,ranze che desiderassero, concorrere al gioco) politico nazio1 nale co,n l'obiettivo lontano ,di divenire un giorno maggioranza. O meglio: tali minoranze sarebbero costrette ad inserirsi 134 Bibiiotecaginobianco

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