Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

Argo111enti voce in capitolo sulla sce11a nazio·nale, e 1nanca a volte, o forse spesso, una visione generale che li superi e li armonizzi. Inoltre la classe po ... litica nazionale indulge ad un rituale a base di formule carismatiche (o supposte tali), adopera un linguaggio di gergo e mostra la preoccupazione di risolvere probemi e rapporti formali, anziché avere la sensibilità più attenta per i problemi reali del paese. Questi fatti, certamente veri, debbo,no avere la loro oausa, ed essa è stata ravvisata nel prevalere delle orga11izzazioni di partito, e nel loro conseguenziale distacco dalla realtà -del paese; e tale prevalere, portato a così nocive conseguenze, sarebbe stato permesso dal sisten1a elettorale pro 1 porzionale, che favorisce la dispersione delle forze e quindi co,mpo,rta la necessità di. un continuo gioco di equilibrio di potere. A tale stato, di cose vie11e contrap·posto l'esempio dei paesi anglosassoni, ove un diverso 1 sistema elettorale favorisce la esistenza di due soli, grandi raggruppame11ti (anche se poco omogenei nel loro interno), con conseguente maggiore sensibilità (che non può essere soltanto dovuta a fattori caratteriali) per l'attività pratica cl1e per la teoria politica. La oritica ai difetti del sistema appare valida, anche se va completata con tutto quello che abbiamo detto nelle pagine precedenti. Non sembra dubbio tuttavia che, anche a1 dottando 1 le riforme che abbiamo proposto, il problema rimarrebbe aperto. Occorre andare più avanti 11ella ricerca. Per prima co1sa si deve notare che la schematizzazione di quanto awiene nei paesi anglosassoni rischia di portare fuori della realtà, così come a suo, tempo accadde a Montesquieu: in Inghilterra i partiti non sono due ma tre, anche se solo i due maggiori si alternano al potere. Negli Stati Uniti d'America, poi, le ultime elezioni presidenziali han1no dato la evidente dimostrazione che entran1bi i partiti p1 artecipanti alla corsa elettorale erano espressio11e di una parte sola della popolazione, mentre l'altra parte era priva di ogni rappresentanza. Anche in Italia, del resto, la pluralità dei p·artiti non impedisce di s.co,rgere l'esistenza di due schiera1nenti contrapposti, l'uno moderato e l'altro radicale, che passa attraverso varie sfumature ma sostanzialmente segue gran,di lin·ee fo,ndamentali di azione politica, entro cui gli stessi difetti ed incongruenze ,del sistema trovano spesso spiegazione e giustificazione. Certo, l'esistenza di 11na plu1ralità di partiti mo,difica la situazior1e rispetto al sistema bipartitico, perché i rapporti tra gruppi autonomi sono diversi dai rapporti tra appartenenti allo stesso raggrup-. pamento; ma in realtà le gradazio•ni so,no· abbastanza sfumate, specie oggi che anche le correnti nell'interno dei partiti si so,no, in un certo senso, istituzionalizzate. In definitiva, se è vero che esistono differenze 133 ·~ Bibliot~caginobianco

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