Nord e Sud - anno XVI - n. 116-117 - ago.-set. 1969

Antonino de Arcangelis quell'istituto, consentendo così che si prolungassero e si ripetessero i casi di maltrattamenti a danno di minorati, fino alle più estreme conseguenze. Ma se la più autorevole stampa italiana si è occupata ampiamente del caso di Grottaferrata, pochi hanno individuato· nell'episo,dio i sintomi di una disfunzione che - a presci:pdere dai casi clamorosi - è in ogni caso solidamente documentabile proprio, con gli indici di mortalità infa1 ntile di talune regio·ni itailiane, in·dici che riflettono la irrazio,nale distribuzione assistenziale sul territorio nazionale. Solo molto recentemente « Panorama » ha trattato l'argon1ento, avanzando seri dubbi sulla validità della ,politica seguita dall'o 1 n. Angela Gotelli, Presidente dell'ONMI; ed in quella occasione, come vedremo, sono emersi taluni aspetti di quella politica che non esitiamo• a definire incredibili. A questo punto, ci sembra opportuno ricordare che mentre nei paesi fortemente ,depressi so-no le cause ambientali ad avere le maggiori respo,nsabilità degli alti indici di mortalità infantile, nelle nazio 1 ni ad alto tenore di vita, nelle quali esiste un notevo1e grado· di socialità, prevalgono le cause biologiche. In altre nazioni, com,e l'Italia, con un grado di sviluppo interimedio - abbastanza avanzato ma con scarso, livello, di socialità -, i tassi di mortalità infantile nel primo anno di vita risultano elevati a causa della sproporzione esistente fra le notevo,li possibilità offerte dalle condizioni ambientali e l'entità e la solidità delle strutture assistenziali effettiva,mente realizzate. In altri termini, al di sopra di un certo gra,do di svilup•po socio-economico, la mo,rtalità infantile - in particolare quella del primo anno di vita - attenua i suoi legami causali con le cond.izioni a1nbientali anche sfavorevo,li, per collegarsi Più. strettamente con il meccanismo di un,o scaJ:ìso impegno sociale. Nazio,ni coime la Svezia e l'Olanda deIJ.unziavano-, già vari anni prima del 1960, un esiguo tasso di bambi 1 ni morti nel primo anno, di vita (meno di 17 morti su mille nati vivi); e questo, bri 1 llante traguardo, più che all'alto tenore di vita, va attribuito al grado di socialità estremamente elevato, che quei paesi hanno, raggiunto. Nel 1950 la Svezia, l'Olanda e la. Norvegia denunziavano/ tassi di mortalità infantile inferiori alla media raggiunta dagli altri paesi di Europa soltanto dieci anni do·po: ciò si può spiegare ·esclusivamente col fatto che in quelle nazioni l'infanzia gode da tempo di particolari attenzioni da parte della collettività. Viceversa nello stesso 1950 i paesi che presentavano i più elevati tassi di 1nortalità infantile in Europa erano· l'Italia e l'Aust·ria, co,n indici rispettivi di 63,8 per l'Italia e 66,1 per l'Austria (la quale raggiungeva livelli più drammatici dei nostri). Ebbe·ne, se proviamo ad accertare qual'è la situazione a distanza di quindici anni, nel 1965, constatiamo che l'Italia ha abbassato il suo indice da 63,8 a 36, 114 Bibiiotecag inobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==