Salvo Ponz de Leon primo e gli altri due: la differenza sta nel fatto che il « caso Lavorini » cot1teneva elementi narrativi che ne hanno permesso il prolungarsi da gennaio a giugno, gli altri due il carattere di inusitato e di efferato che hanno - e qui è il caso di dirlo - solleticato lo s.pirito sadomasochista dei singoli. Nel « caso Lavorini » la pa:i;te sadomasochista era appena soittolineata, appena sfumata da quella scena nella casa con la morte del bambino. Ma la gente l'ha seguito non perché la morte del bambino l'attirasse in modo particolare (a parte la normale emozio,ne per la morte di un innocente), ma perché il « caso Lavorini » coJnte·neva tutti gli elementi di un romanzo d'appendice. Siamo sinceri. Con la morte dell'epoca del romanzo d'appendice, è morto· il romanzo stesso, ma non certo l'esigenza da parte di un certo pubblico sostanzialmente di scarsa cultura a seguire storie verosimili piene di colpi di scena, di tensione, di situazioni aberranti e di p,ersonaggi fuori del normale. I giornali hanno sostituito lo scritto 1 re, il romanzo d'appendice nasce giorno dopo giorno, con la collaborazione di tutti, e tutti leggo,no chieden,dosi cosa succederà nella puntata seguente, cioè l'indo,mani. Cultural,mente il caso Lavorini ci ha dimostrato che basta un fatto• di cronaca fuori del normale perché tutta quanta la tecnica emotiva del romanzo d'appendice riviva. Il che, in un'epoca in cui i mass n1edia hanno tro·vato una sistematizzazione definitiva, lascia perplessi. Possibile che la capacità educativa della stampa si riduca ad una cerimonia resurrezionale di un tema che tutti consideravano seppellito? SALVO PONZ DE LEON 112 Bibiiotecaginobianco
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