Argo1nenti menti le pinete di Viareggio testimonierebbero un altro fattaccio. Lui comunque pare soddisfatto. La ragazzina è stata raggiunta dal messaggio attraverso i giornali. Pasternak non avrebbe ottenuto altrettanta pubblicità. Viareggio intanto è diventata un quartier generale della stampa. I toscani della « Nazione » e del « Telegrafo » fanno i padroni di casa, forti del fatto che parlano con lo stesso accento dei viareggini. I corris·pondenti di tt1tti i quotidiani vi si sono accampati, escono, ogni sera a frotte come 1111amuta di cani da caccia, si danno convegno negli stessi posti, parlano, chi prima e chi dopo, co,n le stesse persone e le notizie sono sostanzia l1nen te le stesse. I direttori dei quotidiani hanno la possibilità di vagliare le differenze di genialità dei singoli giornalisti ·dalla possibilità di scop·rire nuove ipotesi e soprattutto di scrivere le stesse cose sempre in modo diverso. Come scuola di improntitudine giornalistica il « caso Lavorini » è stato esemplare. Intanto il quid che fa sbloccare la situazione ritarda, rallenta, non si capisce bene perché, è nell'aria, ma non si fa vivo. Tutti aspettano, sanno che dietro il cumulo di versioni, di mezze verità, di bugie ci deve per forza essere qualcosa di solido, qualcosa di vero, sanno insomma che mai la verità è stata così a po1rtata di mano e nello stesso tempo incredibilmente lontana. Vabbe', il sindaco• e il presidente dell'azienda no·n c'entrano, tra u11 po', se no, c'entra p·ure il parroco e il vescovo, c'entrano tutti. La questio·ne è circoscritta, fa perno attorno al Meciani e ai ragazzi (a poco a poco non è più un singolo individuo con cui si ha a che fare, u11a entità concreta, un nome o più 11omi, ma « i ragazzi della pineta », un'entità astratta, da esorcizzare, da temere e tenere alla larga). Ma che cosa c'è veramente dietro? I fatti sono quelli che sono. La fantasia ha libera 1nano, tutti aspettano. Che uno crolli, che la maschera di menzogne, di improntitudine, di abilità nel presentare il verosimile in modo che sia poco vero e mo1to simile, che tutto questo salti di fronte al muro co,mpatto della stampa, degli inquirenti, dei viareggi11i, di tutti, inso,mma. Il crollo è forse l'unica strada rimasta aperta perché qualcosa cominci a quadrare. Ed il crollo c'è. Non nel senso che tutti si aspettano - come ogni cosa d'altronde in questa goyesca faccenda. Meciani si impicca in carcere. I secondini vanno e lo trovano appeso p'er il collo. Non è morto. Lo tirano giù, lo portano in infermeria, l'·elettroencefalogramma è zero. il cuore batte. Clinicamente è ancora vivo, un insieme di movimenti, di . attività vegetative, ma come individuo, come essere pensante, è morto. Definitivame·nte morto. La speranza di tenerlo, in vita e di recuperare un prezioso testimone (il vero assassino o la -vittima di una oscura mac107 ·~~bliote.caginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==