Nord e Sud - anno XVI - n. 115 - luglio 1969

Argomenti mondo esterno, e insieme di inserire questi tronchi nei maggiori itinerari interregionali del paese. Si vede, cioè, questo tipo di rete non solo come una serie di superstrade trasversali di fondovalle, che defluiscano sulle sottostanti autostrade di pianura, ma - sempre che ciò sia possibile - come un sistema anche longitudinale che inserisca direttamente alcune direttrici interne sulle comunicazioni a scala nazionale ed espanda, quindi, anche su aree interne quelle forze di sviluppo che oggi si esplicano quasi soltanto lungo la fascia costiera. La geografia dell'Italia peninsulare presenza spesso una duplice possibilità di strade longitudinali alternative a quelle costiere, la prima lungo le. valli longitudinali che fiancheggiano l'Appennino (Fossa Premurgiana, Vallo di Diano, Piana di Boiano, Media valle del Volturno, Piana di Sulmona, Val Roveto, Valle dell'Aquila) e la seconda - limitatamente al versante adriatico - lungo i pianori pliocenici retrostanti le pianure costiere. Ovviamente questi tracciati devono essere guardati nella loro finalità di sviluppo territoriale, dato che essi appariranno ai progettisti più difficili e costosi di quelli costieri. Nei primi tracciati i problemi deriveranno dall'attraversamento dei diaframmi montuosi, mentre nei secondi tracciati consisteranno nell'onere di viadotti per superare i larghi fondovalle fluviali e nelle difficoltà di appoggio sulle più instabili formazioni argillose interposte a questi. La convenienza di queste strade non si dimostra, quindi, né in termini di costo né in termini di tempi di percorrenza; ma solo quali strumenti destinati ad ·espandere le aree attive della regione ed a diffondere le possibilità di sviluppo su più vaste superfici. Tuttavia è la rete secondaria e terziaria quella cui si deve conferire una struttura aggiornata che la distolga dal ricalcare itinerari preesistenti o dal servire interessi parziali. La rete secondaria dovrebbe servire sostanzialmente a collegare fra loro i centri abitati o quegli altri punti del territorio fra cui si voglia stabiliire un notevo1e flusso di contatti; mentre alla rete terziaria spetterebbe il compito di penetrare nelle aree soltanto agricole, forestali o pascolive, che - già oggi, ma ancor più in futuro - comporteranno un volume di ·traffico estremamente debole. Se si pensa ad un « sistema lacunare » di uso del suolo, in cui le maglie attive recingono le zone inerti e si accoglie entro questo un. modello di distribuzione delle attività in centri minori (soltanto residenziali agricoli), in centri intermedi (agricoli con integrazioni artigiano-manifatturiere) e in centri maggiori (con localizzazioni anche 1n97 · BibliotecaGino Bianco

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