Angerio Filangieri meno indotto della 1ndustrializzazione lungo la via Emilia, ne ricaveremmo alcuni insegnamenti per le aree collinari a monte dell'asse adriatico 4 • Riferendoci più particolarmente alle regioni centro meridionali interne, sembra, d'altra parte, che i rami di attività di maggiore interesse possano divenire i seguenti: a) industrie ali1nentari (trasformazione di prodotti agricoli del luogo quali i cereali, il latte, la carne); b) industrie di trasformazione del legno (cartiere, segherie, mobilio); e) industria laniera e dell'abbigliamento; d) industria del cuoio; e) industria meccanica leggera; f) industria ceramica e del vetro. Questi tipi di industria possono essere previsti soprattutto in funzione del,la esportazione extra-regionale, in quanto avrebbero il vantaggio rispetto ad altre, o di trasformare la materia prima all'origine (e quindi di trasferire poi prodotti di minor peso, di minor ingombro o meno deperibili), oppu~e di utilizzare la manodopera disponibile in eccesso, in processi a basso rapporto capitale/lavoro, o, infine, di ereditare specifiche attitudini di lavoro dalle attività artigiane locali. Oltre questi rami dell'industria tradizionale, potrebbe ancora pensarsi a qualche ramo di industria moderna (meccanica di precisione, elettronica ecc.); questo, però, quando la struttura industriale di base interregionale fosse diventata più evoluta di oggi. Alle attività « autonome » cui abbiamo accennato possono aggiun- . gersene altri due gruppi'. Il primo sarebbe destinato a soddisfare determinate esigenze della regione stessa (officine di riparazione, piccole industrie alimentari, edilizia, a1tre attività para-artigiane) e, quindi, si svilupperebbe in diretta dipendenza delle attività precedenti. Il secondo gruppo potrebbe, invece, attestarsi lungo alcuui assi autostradali che attraversano queste regioni e troverebbe la sua convenienza, più che in fattori locali, nell'ubicazione lungo una direttrice di collegamento fra· due poli industriali primari. Per esempio, l'autostrada Napoli-Bari, che collega due aree industriali di base, potrebbe, probabilmente, localizzare lungo il suo tracciato dei processi che richiedano approvvigionamento di materie prime in entrambe le città o che, rifornendosi in una di esse, vendano il prodotto finito nell'altra. 4 Da un saggio compiuto su 35 c01nuni dell'Appennino emiliano (Cens. ind. 1961) · è risultata la seguente distribuzione degli addetti al « ramo manifatture»: 92 Macchine e meccaniche Alimentari Legno e mobilio Fibre dure e lana Vestiario BibliotecaGino Bianco 2.232 1.332 703 580 736 Mineraili non metallici Metallurgiche Calzature Poligrafiche Altre In complesso 872 366 124 92 870 7.907
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