Angerio Filangieri terio della piovosità e della giacitura comporterà, da un lato, la formazione di vasti comprensori silvo-pascolivi accorpati nelle zone oltre gli 800-1000 metri, mentre nella media e bassa collina questo criterio darà luogo ad un succedersi piuttosto serrato di superfici agricole e di pendici consolidate a pascolo ed a bosco. Questo fitto accostarsi di colture, pascoli e boschi, dovuto all'avanzato stadio dei processi erosivi nel mantello argilloso del Preappennino, è, a nostro giudizio, molto importante per le prospettive di assetto dell'agricoltura in queste regioni, poiché appunto ad esso si dovrà la possibilità - entro ogni azienda di certa superficiè o, per lo meno, entro ogni zona -. di realizzare degli ordinamenti misti cerealicolo-zootecnici assai più equilibrati di quanto potrebbero esserlo, ciascuno dei due, presi separatamente. Se includiamo nel quadro, per chiarezza, anche le zone pianeggianti, costiere ed interne, potremo configurarci in queste regioni quattro strutture diverse : a) Una silvo-pascoliva, localizzata - come si è detto - oltre gli 800 metri (o anche a quote inferiori, se in opportune condizioni oro-climatiche), prevalentemente adagiata sull'orizzonte calcareo dei rilievi maggiori. Essa dovrebbe essere fondata sul prato naturale, sul pascolo e sul bosco e, pertanto, sul medio allevamento bovino od ovino, a seconda delle condizioni locali. b) Una cerealicolo-zootecnica, corrispondente in gran parte all'orizzonte eo-miocenico, dove ogni azienda nell'ambito dei 300-600 ettari dovrebbe poter affiancare alle coltivazioni di grano ed erbai una superficie, all'incirca pari, di pascolo, oltre alle superfici boschive. c) Una cerealicola specializzata, sui pianori più basssi dell'orizzonte pliocenico, ove si profilano le migliori possibilità di produzione di grano duro e di meccanizzazione avanzata. · d) Infine una agricola intensiva, generalmente irrigua, sull'orizzonte alluvionale (pianure costiere, fondovalle, piccole conche interne). Fra queste quattro ci sembra di maggior interesse la seconda struttura, che, appunto, caratterizza l'area più critica di queste regioni. Se tentiamo di ragionare, per esempio, su una azienda di 600 ettari, per un terzo a coltura, in rotazione biennale grano-erbai annuali (200 ettari), per un terzo a pascolo (200 ettari), e per il rimanente terzo costituita da pendici rimboschite, avremo il seguente ordinamento: 16,6~n cereali, 50% allevamenti, 33,4% possibilità di pascolo estivo-autunnale nel bosco. · Se i pascoli potessero sostenere il carico di mezzo capo grosso ad ettaro per i quattro-cinque mesi estivi, e gli erbai di un capo grosso per 86 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==