Nord e Sud - anno XVI - n. 115 - luglio 1969

Argon1enti sono più lenti e le caratteristiche merceologiche del legno inferiori. Fra le essenze di maggior pregio, il pino ha una altissima rischiosità a causa degli incendi, mentre la quercia e il faggio hanno un accrescimento tanto lento da farli escludere da qualsiasi piano di investimento privato. La diffusione del bosco per scopi idrogeologici può aversi, dunque, o come spontaneo regresso dal pascolo al cespugliato ed al bosco ceduo, o come rimboschimento ad opera dello Stato. In entrambi i casi esso costituisce il vincolo più severo che possa imporsi alla proprietà ed il più costoso per la società, perché comporta la quasi assoluta rinunzia ai redditi - anche se molto ridotti - di quei suoli. Esso va pertanto limitato alle condizioni di ·suolo più sfavorevoli. Per il ritorno al bosco è ancor più difficile prestabilire dei limiti di pendenza, dato che i profili scoscesi intaccano spesso formazioni geologiche eterogenee e che, pertanto, l'azione erosiva dell'acqua su queste formazioni è più che proporzionale al crescere del pendio. Indicativamente, però, tali valori ricadono fra il 50 ed il 60% di inclinazione. Guardando gli effetti a scala territoriale di una tale riconversione - in parte spontanea, in parte ottenuta per vincolo - può intravedersi, nelle nostre coll.ine, una struttura in cui i pianori dorsali e l'inizio delle fiancate 'Seguiteranno ad avere una destinazione cerealicola, le pendici mediane appariranno a pascolo e le più o meno strette incisioni di fondo, lungo le linee di tahveg, si rivestiranno di vegetazione boschiva. Tenendo conto della dimensione piuttosto ridotta di gran parte dei singoli rilievi che costituiscono le nostre formazioni collinari, può fin d'ora prevedersi che moltissime medie aziende riusciranno a comprendere nei loro confini sia terreni a coltura, sia terreni a pascolo e, quindi, riusciranno a darsi un ordinamento fondato su questi due contemporanei indirizzi. Sarebbe intereSisante d'altra parte riprendere in esame - soprattutto negli alti bacini, dove il bosco ed il pascolo hanno già o acquisteranno importanza preminente - la proposta di costituzione di nuovi demani silvo-pastorali, nei quali i problemi di assetto e di uso del suolo possano essere risolti unitariamente ed in assenza di quei vincoli che necessariamente impone la proprietà privata. 3. L'agricoltura. - La riconversione ed il consolidamento dell'agricoltura costituiscono il « punto di attacco » principale della politica collinare, dato che questa attività rimarrà, se non la più rilevante, per lq meno quella che del territorio copre la maggior superficie. Quali possano divenire i limiti della sua « area di diffusione » lo abbiamo già visto, e chi conosce il nostro Appennino pl;lò rendersi conto che il cn85 BibliotecaGino Bianco

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