Nord e Sud - anno XVI - n. 115 - luglio 1969

Angerio Filangieri integrazione con le industrie maggiori e con le grandi organizzazioni di distribuzione ubicate lungo le direttrici di traffico di pianura. Gli abitati tendono ad una maggiore dimensione, sia per le preferenze di natura sociale delle popolazioni, sia pe_r la parte crescente che, nella -economia urbana, vengono a prendere i pubblici servizi (di trasporto, amminisitrativi, sanitari, di sicurezza, di assistenza, di istruzione) i quali non possono disperdersi su territori molto vasti e poco popolati s·enza vedere accrescersi i loro costi pro-capite e senza veder diminuita la loro efficienza qualitativa (istruzione di grado più elevato, assistenza di tipo specialistico, frequenza dei mezzi di trasporto pubblici). Le attività legate ai trasporti e alla distribuzione sono ancor più esigenti delle precedenti in fatto di centralità rispetto ai mercati e alle direttrici principali di traffico che a questi conducono, e risentono, quindi, di ancora •maggiori difficoltà nello spostarsi in zone interne ove i costi di trasporto sono superiori e la gamma assai più povera dei prodotti da trattare incide maggiormente sui « tempi morti » e su « costi fissi ». Questi vincoli tecnologici e sociali entro l'ambiente fisico descritto riducono, quindi, il luogo economico per possibili localizzazioni di piccole industrie, di attività distributive e di alcuni nuovi nuclei di insediamento, a poche direttrici o a pochi punti di incrocio fra esse. Si tratta, cioè, in sostanza di alcuni fondovalle e di alcune aree di altopiano ove è possibile far convergere degli assi di comunicazione. Un ulteriore vincolo è dato, però, dal fatto che questi punti raramente coincidono con l'ubicazione dei paesi esistenti, la cui posizione - in vetta od a mezza costa - è solo la proiezione storica di preferenze urbanistiche e di luoghi economici ormai superati. L'andare incontro alle riserve di manodopera da parte delle industrie - che studi recenti stanno dimostrando essere una alternativa economicamente possibile per ovviare ai costi ed alle crescenti inefficienze dei grossi accentramenti - non trova, dunque, una facile soluzione, dato che - a scala locale - le localizzazioni industriali possibili e gli abitati esistenti non coincidono. Anche questa separazione fra luoghi di residenza e luoghi di lavoro deve essere resa compatibile e risolta entro lo schema territoriale, a meno di non veder dissolversi una delle fondamentali giustificazioni del portare lo sviluppo all'interno delle aree di collina . . Come dobbiamo dunque immaginarci l'aspetto futuro della collina? Esso dovrebbe apparire, a nostro giudizio, come una struttura lacunare costituita da un sistema reticola-re di zone agricole, di direttrici 82 BibliotecaGino Bianco

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