Angerio Filangieri - la dislocazione degli istituti di istruzione e di certi serv1z1 sociali anch'essi ubicati prevalentemente nei centri più importanti. Rispetto a questo secondo gruppo di fattori, le tendenze alla concentrazione possono viceversa considerarsi ingiustificabili o dannose per uno dei seguenti motivi : · a) gli individui o le imprese che tendono a concentrarsi beneficiano a pieno delle economie di urbanizzazione, ma pagano solo in piccola parte i costi di urbanizzazione: i quali, viceversa, o sono stati pagati nel tempo dai sacrifici delle attività preesistenti quando queste hanno attrezzato il territorio e vi hanno creato un mercato, o vengono saltuariamente rifusi dallo Stato sotto forma di interventi straordinari nei grossi centri urbani (metropolitane, vie a scorrimento rapido, sottopassaggi, edilizia popolare, ecc.), o, infine, vengono scontati giorno per giorno da tutti gli appartenenti ad ogni comunità urbana attraverso la crescente inefficienza del sistema, ed in particolare attraverso il costo - monetario e di tempo - degli spostamenti da un punto all'altro dell'agglomerato urbano. Se si riuscisse a far pagare ad ogni attività sopravvenuta questi costi occulti, gran parte delle spinte alla concentrazione sparirebbe; b) le attività che si concentrano in certi luoghi vengono attratte da fattori di posizione rispetto ai trasporti od ai servizi amministrativi, sociali, culturali, che - coincidendo' con i vecchi capoluoghi di regione o di provincia - riportano i nuovi sviluppi in quei luoghi sol perché lì era andato localizzandosi in passato l'eccedente demografico, e ripropongono pertanto in definitiva la vecchia struttura distributiva. QueSiti ultimi fattori di attrazione, essendo - almeno in parte - spostabili in altri punti virtuali, devono dunque essere valutati non come dati del sistema, bensì come possibili strumenti per una diversa proiezione delle localizzazioni e per un diverso riequilibrio territoriale. 3. L'apertura del ciclo dell'abbandono. - Queste molteplici cause della crisi collinare determinano, infine, un ulteriore effetto di tipo sociale. Il disagio economico delle popolazioni, cui si precludono non solo nuove pos,sibilità di occupazione, ma cui vengono meno anche parte di quelle agricole, apre la porta all'emigrazione. Anche di questo fenomeno possono, però, cogliersi due fasi: una fisiologica ed una patologica. La prima sottrae alla regione il surplus di popolazione sottoccupata o impiegata nella coltivazione di terreni divenut~ marginali, e condurrebbe, quindi, in teoria ad una stabilizzazione demografica ad un livello inferiore, compatibile, però, con le risorse del luogo. Viceversa è proprio questo che non si verifica spontaneamente e 78 BibliotecaGino Bianco
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