, Il futuro delle colline di Angerio Filangieri Premessa. Sono ormai circa vent'anni che lo sviluppo economico del dopoguerra ha messo in crisi i territori collinari e montani del nostro Appennino 1 , ma è pochissimo tempo che di ques·to processo si comincia a parlare come di un problema nazionale. Fino ad ora, a parte i tentativi di ,estendere a queste regioni i benefici delle zone di bonifica (legge per la montagnà) -ed a parte alcuni alleggerimenti fiscali e nel campo dei contributi previdenziali, nulla è stato fatto che potesse assomigliare ad un intervento organico di politica economica. Nulla è stato fatto neppure per individuare le risorse e le possibili funzioni delle regioni di collina entro un paese economicamente moderno e, quindi, per assegnare degli obiettivi all'intervento dello Stato. Occorre, cioè, ancora sceverare quanto in queste regioni è in fase di abbandono per motivi reali, da quanto appare tale sol perché coinvolto dalla crisi economica e migratoria. Occorre soprattutto superare i criteri d'intervento settoriale, non indulgere troppo a quelli di tipo assistenziale e ricondurre, inveoe, tutta l'azione in favore di queste regioni nell'ambito della pianificazione territoriale. In nessun caso, come in questo, la scarsezza di iniziative economiche da parte di privati e la limitazione dei fondi che lo Stato potrà im·mettere dall'esterno impongono di evitare ogni dispersione di risorse, e di mobilitare ciascun fattore, ciascun settore e ciascuna area "in quella formula di piano che consen·ta di ridare una funzione economica coerente a tutto il territorio. Perché ogni regione possa ricercare la propria formula è necessario, però, da un lato conoscere di qual natura siano i vincoli entro i quali costringono in concreto ad operare questi particolari ambienti, e dall'altiro definire quale potrebbe essere il contenuto di una politica per il paese alto. 1 Vedi: A. FILANGIERI, Il paese alto, in « Nord e Sud», agosto 1966. 75 BibliotecaGino Bianco
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