Guido Fabiani erogazione degli incentivi, basata sulla sollecitudine dei singoli interessati e quindi su un. criterio di casualità. A questo riguardo, per portare ulteriormente avanti la discussione, ci sembra necessario, da un lato, definire le esigenze di un corretto processo di programmazione (anche se si è coscienti di non poter trovare per esse immediata soddisfazione) e, dall'altro, individuare le possibilità, nelle condizioni attuali, di portare avanti la problematica zonale. Dovendo, però inquadrare quest'ultima in un contesto più generale, nell'economia del discorso conviene focalizzare il livello regionale come punto di partenza, tralasciando il problema delle varie fasi della pro-- grammazione e dei loro rapporti di interdipendenza 4 • Si dà quindi per scontato che gli obiettivi fissati in precedenza, sia nell'ambito settoriale sia nell'ambito territoriale, siano tra loro coerenti e commisurati alla disponibilità delle risorse. Egualmente scontate rimangono le fasi di verifica e di decisione degli obiettivi generali e particolari. Partendo, quindi, dalla Regione (che, secondo l'impostazione tinberghiana, può trovare in questo modo il suo ruolo nel contesto nazionale), possiamo considerare come ultimo atto, non ancora direttamente operativo, del processo di programmazione regionale, la compilazione di una tavola a doppia entrata in cui si specifichino gli investimenti per settore relativamente alle singole zone in cui è stata suddivisa la Regione stessa. Questa semplice tavola, quantificando e qualificand~ i tipi di interventi che si predispongono per i settori produttivi di ciascuna zona, e riportando l'ammontare relativo degli investimenti, renderebbe immediatamente percepibile il modo in cui si va a concretizzare il processo di programmazione nelle diverse zone. Il ,raggiungimento di questo stadio, però, implica necessariamente la soluzione preliminare di problemi di ordine diverso. Un primo proiblema è quello della fissazione dei criteri per la delimitazione zonale. E qui è chiaro che un criterio di omogeneità, definito dal solo punto di vista agricolo, non può essere valido se si considera il settore agricolo come componente integrata alle altre, e quindi interdipendente, nella determinazione dell'assetto produttivo e socio..1economico del territorio. La delimitazione di zone agricole omogenee trova la sua giustificazione, invece, nell'ambito di più ampie « aree economiche» dove è più facilrnente individuabile l'influenza di determinati investin1enti industriali. Un secondo problema riguarda la individuazione del grado di par4 Vedi A. TESTI, La regionalizzazione del piano, « Nord e Sud», dicembre 1967. 70 BibliotecaGino Bianco
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