. ' f ( Giornale a più voci · La marcia dei trentamila Pochi sanno che il 23 maggio scorso si è svolta una « marcia su Foggia» cli 30.000 lavoratori della provincia; e pochi di quelli che lo sanno hanno dato alla cosa l'importanza che merita. Eppure i 30.000 di Foggia -sono un fatto verainente nuovo nella storia della politica meridionalistica. Sinor-a, in , un Mezzogiiorno storicamente immobile, si erano mosse soltanto le popolazioni della «polpa»; oggi sono state quelle dell'« os-so ». Ma il fatto nuovo non è solam·ente questo, esso consiste anche nella coscienza crescente che le popolazioni meridionali hanno ais·sunto dei loro diritti, dei loco problemi e delle soluzioni più idonee per risolverli. È una svolta fondamentale perché le soluzioni tecniche non servono ·se non sono sostenute da una maturità politica e da un'attenta pa1.1tecipazione delle popolazioni. È una realtà delila quale bisogna compiacersi e della quale bisogna tener conto perché sta ad indicare una strada nuova e obbligata al meridionaHsmo e alla politica meTidionalista, che non devono essere più un fatto di élite, una « scienza», un fatto culturale nel senso tradizionale della parola. Un tale tipo di meridionalismo ha avuto ed ha una sua validità per gli interlocutori ai quali si è rivolto. Ma oggi gli inteTlocutori aumentano: sono i meridionali stessi che vogliono partecipare a questo discorso. I modi e i mezzi di diffusione del linguaggio tenuto finora devono perciò cambiare: dai numeri e dalle espressioni tecniche, alle parole; dal «tavolino» al,le campagne. Se si riuscirà a portare avanti anche quest'opera di « umiltà» potrà avere ragione Vittore Fiore quando dice, con una certa dose di ottimismo, che « il vecchio Mezzogiorno generoso dei contadini che incendiava i municipi è finito perché i municipi sono dalla parte del popolo». Lo spunto per queste considerazioni ci è stato offerto dall'incontro promosso a Deliceto, nella provincia di Foggia, dail Gruppo dei Meridionalisti per fare il punto sulla situazione che si è determinata nella zona in seguito all'occupazione dei pozzi metaniferi del foggiano avvenuta il 16 maggio scocso. La storia del ritrovamento del metano nel « triangolo» Ascoli Satr-iano, Candela, Deliceto è vecchia di set,te anni: ma dail 1962 non è stato mai posto 1n termini circostanziati il problema della sua utilizzazione. I grandi accusati sono l'ENI, la SNIA Viscosa, e la .Montedison. L'Azienda di Stato possiede quattro conoessioni nella zona Biccari-Montestillo che serviranno ad alimentare il costruendo metanodotto Vast~Biccari-Napoli; la SNIA possiede sette concessioni nella zona Candela-Ascoli Satrjano in cui ha costruito due ga'S'dotti: iJ primo per alimentare lo stabilimento del Poligrafico dello Stato a Foggia, il secondo, coUegato a Barletta, per alimentare le industrie locali; due concessioni, infine, appartengono alla Castelgrande, collegata alla Montedison, nella stess,a zona. Per questi motivi ·le popolazioni interessate si ritengono defraudate di una ricchezza « tut,ta loro » ( si tratta, pare, del più vasto giacimento d'Europa aggirantesi intorno a 40-50 n1ilia.rdi di metri cubi), nella quale, a ragione o a torto, vedono la soluzione dei loro problemi economici e che, invece, si 59 BibliotecaGino Bianco
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